Infantino e Ceferin, gli autocrati del calcio

Fifa come la Cuba di Castro: lo svizzero rieletto, era l'unico candidato...

Infantino e Ceferin, gli autocrati del calcio

Il calcio, europeo e mondiale, è nelle mani di due autocrati (dal vocabolario: chi detiene ed esercita il potere assoluto, ndr).

Ieri a Kigali, Ruanda, è stato rieletto per il secondo mandato di presidente della Fifa, la federazione mondiale, Gianni Infantino, avvocato svizzero di passaporto e origini italiani, 53 anni tra qualche giorno. Ha sbaragliato... la concorrenza (era l'unico candidato, un po' come nella Cuba di Fidel Castro, ndr) perché ha ottenuto la riconferma per acclamazione addirittura. Regnerà sulla collina di Zurigo fino al 2027 e potrà sventolare i profitti del prossimo maxi mondiale (giocato in tre sedi tra Canada, Usa e Messico: 48 le nazionali partecipanti, una clamorosa abbuffata di partite, 104, e di incassi, 11 miliardi di dollari la previsione) quale ennesimo successo personale. Ottenuto con la forza lavoro i calciatori pagati, allenati e curati dai club, in particolare quelli europei - che riceve una inconsistente fetta dei ricchissimi guadagni.

La tecnica per scalare la Fifa, partendo dall'ufficio di segretario, è sempre la stessa: allargare a dismisura la platea dei partecipanti ai tornei più importanti (mondiale ed europeo) per poi riscuotere il loro voto riconoscente.

Infantino ha festeggiato il suo secondo mandato con una frase da libro Cuore: «Vi amo tutti perché so che c'è anche chi mi odia». Facilissimo indovinare i contestatori, oltre ai procuratori che gli hanno fatto causa: sono i presidenti dei club incapaci però di fare sistema e di promuovere una gestione alternativa. Sull'onda della rielezione, Infantino ha smentito l'accusa rivoltagli da leghe nazionali e calciatori. «Si gioca troppo? Non è così in molte parti del mondo» ha risposto. È in aperto contrasto con Ceferin, presidente dell'Uefa, che si avvia però a emularlo: candidato unico, rielezione scontata grazie all'edizione allargata della Champions league 2024 per moltiplicare il fatturato. Lungo il recente cammino di questo avvocato sloveno, che ha il terrore di perdere davanti all'Ue la battaglia legale intentata dalla Superlega, sono clamorose le gaffe collezionate. L'organizzazione della finale dell'ultima Champions è stata un disastro assoluto.

E nelle ultime ore Ceferin si è addirittura superato prima minacciando il Napoli per il divieto opposto all'arrivo alle pendici del Vesuvio dei tifosi tedeschi decretato dal Prefetto, ignorando il trattamento riservato ai tifosi interisti in Portogallo (un migliaio circa con i biglietti pagati e rimasti reclusi in un tornante, con mogli e bambini al seguito, ndr). Per fortuna ieri si è alzata la voce del ministro dello sport Andrea Abodi che, dopo la guerriglia scatenata dai tedeschi, l'ha fulminato così: «Le sue parole sono un autogol».

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