Vincere e qualificarsi senza sprecare troppe energie, evitando assolutamente di farsi male. Quel che doveva essere è stato, perciò Conte e l'Inter possono serenamente tornare a pensare alla Juventus e alla sfida da dentro-o-fuori di domenica sera. Il ritorno col Ludogorets e le sue ridicole mascherine, dura sostanzialmente 5 minuti, quelli che vanno dall'inopinato vantaggio bulgaro (26' pt, Cauly con spallata sospetta a Godin), al pareggio di Biraghi (31' pt, lancio di Eriksen e sinistro sporcato da Terziev). Prima e dopo, ritmo che nemmeno in amichevole in un clima ovviamente surreale: domenica sera sarà certamente un'altra storia, anche se si dovrà giocare ancora a porte chiuse.
Juventus-Inter vale sempre, stavolta di più. Un giorno di riposo in meno, ma tutt'altra fatica e soprattutto ben altro esito dal campo: in chiave nerazzurra, l'Europa non dovrebbe incidere sulla partitissima, di cui ieri sono stati designati arbitro (Guida, napoletano, più di un precedente contro la Juventus e qualche scintilla con Marotta) e Var (Mazzoleni, ex arbitro accusato di avere spesso fischiato in bianconero). Se ne parlerà ancora.
Conte pensando a domenica lascia a riposo più di mezza squadra titolare, compreso Handanovic che invece con la Juventus ci sarà, mette un'altra volta Eriksen a fare il mezzo sinistro, affianca Sanchez a Lukaku. Il danese continua l'umile apprendistato in nerazzurro: sue le giocate migliori, più rapide e sapienti, in favore degli attaccanti. Sembra assurdo non riuscire a sfruttarlo a tempo pieno, ma Conte non vuole derogare: resta che il tempo stringe e tra domenica (Juventus) e giovedì (Napoli), l'Inter si gioca gran parte di stagione.
Il gol del 2-1 (49' pt) è un po' la cartolina della sera: servito da Sanchez, Lukaku sbaglia di testa un gol già fatto (al 5' pt aveva già sbagliato col destro), ma la respinta del portiere bulgaro finisce ancora sulla testa del centravanti che più o meno inconsapevolmente segna il 23esimo gol della sua stagione. Bene anche Sanchez, finalmente in crescita, a meno che a esaltarlo non siano i bassi ritmi della serata.
Nella ripresa (subito dentro Brozovic per Barella), Eriksen avrebbe in teoria un po' più di spazio e libertà dietro le punte.
L'Inter prende prima la traversa con Sanchez (7' st) poi il palo con Lukaku (14' st), ma col crescere dei minuti, diminuiscono se possibile voglia e velocità dei giocatori in campo e anche Eriksen finisce per esserne annacquato. Finisce al 90', per fortuna. Inter agli ottavi, oggi il sorteggio, ma la testa è già allo Stadium.
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