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Inter, un altro flop. Ora anche Mancini finisce tra i fischi

Il Wolfsburg gela San Siro e butta fuori i nerazzurri. Inutile gol di Palacio, la difesa è il solito disastro

Inter, un altro flop. Ora anche Mancini finisce tra i fischi

Milano - Ci poteva stare, il Wolfsburg è una squadra modesta. È andata in vantaggio nella fase calda di questo ottavo e all'Inter si sono piegate subito le gambe. Hanno tradito un po' tutti, Campagnaro e Kovacic fra i peggiori, ma anche Juan Jesus e Ranocchia hanno messo paura. Ci poteva stare almeno il pareggio, al 20' Palacio è andato in gol per la quarta volta consecutiva ma non è arrivato neppure quello, Bendtner poco prima del novantesimo ha ristabilito le gerarchie. E lo si era capito fin dai primi minuti,

Mancini è uscito subito dalla buca, era il sesto e un'apertura di Vierinha dalla destra aveva aperto una voragine nel fianco sinistro dell'Inter, Caligiuri, solo, aveva sparato sopra la traversa. Campagnaro era a quattro o cinque metri. Tre minuti dopo Carrizo era dovuto uscire a peso morto su Dost solo in area palla al piede dopo svarione di Juan Jesus.

Mancini si era chiesto se prima o poi anche all'Inter sarebbe capitata una serata senza errori. Non questa. Dopo due disgrazie globali di questo tipo tutta la squadra ne risente, gioca contratta, non sente più la palla, sbaglia anche gli appoggi. Il vantaggio tedesco è sembrato la cosa più ovvia che potesse accadere sul prato di San Siro, palla in fascia, De Bruyne la mette, Caligiuri libero in piena area appoggia il piede, Carrizo non ha colpe. Era il 23' e si era già abbassato il sipario sopra una squadra scialba, che aveva perso una quantità esagerata di palloni e nelle occasioni in cui è entrata in area, pretendeva che gli avversari si spostassero.

Il Wolfsburg è quello dell'andata, gioca semplice e corre, Hecking ha messo Dosz unica punta, dietro il brasiliano Vierinha con Caligiuri e De Bruyne, in mezzo Luiz Gustavo e Guilavogui, Naldo squalificato sostituito da Klose, il campione del mondo Schurrle aveva finito l'andata in panchina e ricomincia dalla panchina. Mancini ha tentato di far coesistere Guarin, Hernanes e Kovacic lasciando il solo Medel in coperura. Campagnaro è sembrato una vecchia zia con il vassoio dei pasticcini all'ora del tè. Ranocchia e Juan Jesus erano i pasticcini.

Qualche occasione c'è anche stata, e nitida, l'Inter aveva iniziato bene, i casini difensivi hanno cancellato tutto, è arrivato qualche fischio, poco convinti anche quelli. Parlano già tutti della prossima stagione quando ancora ci sono due mesi abbondanti di campionato, il derby, le due romane, la Juventus, domenica la Samp, e una squadra demotivata che li deve affrontare. Mancini prepara la tela, ha promesso un'Inter che lotterà per lo scudetto, intanto le altre lavorano ai fianchi, un osservatore dello United era a San Siro per relazionare su Kovacic, l'Arsenal lo ha seguito in campionato, dovesse arrivare una buona offerta l'Inter si siederebbe a un tavolo. Handanovic vuole la Champions e non ha tempo di aspettare le vittorie di Mancini, Tottenham e United sono in cima alla lista se centrano l'obiettivo. Su Icardi c'è mezzo mondo, ma via lui ci sarebbe tanto da ricostruire. Però Ausilio si muove, era a Barcellona per trattare con Braida il trasferimento di Kovacic, si può fare solo a gennaio perché i catalani sono sotto scacco Uefa con il mercato, l'Inter chiede 40 milioni.

Poi è stato anche a Monaco per chiudere con l'agente dello svincolato Toulalan, 32 anni a settembre, biennale a 1,6 milioni, mercoledì ha visto Yaya Tourè, 32 anni a maggio, ma ha preso nota anche di Milner, 29 anni, e Jovetic, 25 anni, valore di mercato 20 milioni, il City non regala ma rivoluziona e cede. Quasi come l'Inter.

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