Inter, altro pareggio e due casi

I nerazzurri raggiunti da Gilardino a Palermo Segna Perisic, Sorrentino super. Ma capitan Icardi e l'uomo mercato Kondogbia vengono sostituiti

Inter, altro pareggio e due casi

Ora Kondogbia e Icardi sono diventati due casi. L'Inter non ha vinto e loro sono stati sostituiti. La squadra meglio in dieci che in undici, l'Inter manca ancora i tre punti, esce nel finale dopo un'ora abbondante di sonno senza emozioni e ha poco da recriminare, il Palermo senza strafare ha meritato il punto. Semmai ha avuto la sfortuna di subire un gol rocambolesco cinque minuti dopo il suo vantaggio. E qui non contano schemi, moduli e menate varie, Gilardino fa poco per segnare, la palla gli rimbalza sullo stinco dopo altre due deviazioni casuali. L'Inter a questo può aggiungere due conclusioni di Guarin che qualcosa meritavano e un tocco delizioso di Ljajic per Biabiany in area sul quale il portiere del Palermo ha compiuto il secondo vero miracolo della notte. ma tutto nei minuti finali.

L'Inter si è svegliata tardi, troppo tardi. Non c'è Melo, gli esterni bassi sono Nagatomo e Telles, il risultato è una pasta melmosa che si appiccica e timbra un primo tempo inguardabile, inverosimile, ingiustificabile. L'Inter lo chiude senza neppure un tentativo di tiro in porta, una fiammata attorno al ventesimo, un assist di Icardi a Guarin in area che si addormenta, lascia rimbalzare la palla e viene subito murato. A vederla in questi primi quarantacinque minuti è una squadra da metà classifica con grossi problemi offensivi, in mezzo e dietro, soprattutto sulle fasce dove Nagatomo soffre troppo le incursioni di Vazquez e non spinge mai. Yuto era in naftalina da un po', rispolverato nel derby dell'Expo senza dare grosse sensazioni, infilato al Barbera per una sorta di turnover abbastanza inspiegabile. Dall'altra parte Telles ha una buona intuizione ogni tre palle, poco. Così inevitabilmente il gioco passa dal mezzo dove Kondogbia è sempre lontano dal suo costo, Guarin è imprevedibile e discontinuo. Davanti è buio pesto, Icardi non ha ricevuto neppure un pensiero positivo, al 36' c'ha provato Guarin che ha tagliato da destra un pallone in area, Maurito è saltato ma non l'ha presa. Ma ciò che più colpiva erano i tentativi di dribbling di Telles, Jovetic e Nagatomo naufragati sui piedi di Rispoli o Lazaar, umilianti.

É l'Inter che piace al Mancio se vince uno a zero, così è solo una forzatura per tenere a galla il morale. E per sua fortuna davanti ha un Palermo che si appoggia solo a Vazquez, prega per uno spunto di Gilardino e si fida ciecamente di Sorrentino fra i pali.

L'Inter si anima a inizio ripresa quando Jovetic esce palla al piede verticalmente alla porta del Palermo e Maresca lo tira giù, giallo, punizione che calcia lo stesso montenegrino costringendo Sorrentino al primo intervento della notte, palla in angolo, tutto qui.

Mancini ha l'intuizione qualche minuto dopo, toglie il più deludente, il francese Kondogbia, e inserisce larghissimo a destra Biabiany, non un fenomeno ma un francese che fa cose semplici.

Al primo pallone la mette in mezzo rasoterra e pesca dalla parte opposta Perisic in area piccola, sinistro a porta vuota, 1-0 che dura un frame, Vazquez gira di sinistro in area, palla che rimbalza letteralmente su tre gambe diverse, l'ultima è quella di Gilardino, 1-1. Non basta, Murillo si prende il secondo giallo, Inter in dieci, due volte Guarin sfiora il gol ma improvvisamente il punto del Barbera diventa qualcosa di prezioso.

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