Cronache

È bufera sulla festa Inter: "Assembramenti. Sala dov'è?"

Tra caroselli in auto e bandiere al vento, i tifos nerazzurri si sono riversati in strada. Dimenticate le precauzioni anti Covid

È bufera sulla festa Inter: "Assembramenti. Sala dov'è?"

L'Inter vince lo scudetto con quattro giornate di anticipo, e si scatena la festa per le strade di Milano. Come prevedibile, anche se le norme per il contenimento del Covid-19 vietino manifestazioni in pubblico e assembramenti, migliaia di tifosi nerazzurri sono scesi in strada per festeggiare la vittoria del tricolore.

La festa era già nell'aria e si è materializza al fischio finale di Sassuolo-Atalanta, che consegna matematicamente lo scudetto ai nerazzurri. Il titolo arriva in leggero anticipo rispetto al previsto: la prefettura aveva già chiesto di anticipare il prossimo match di sabato prossimo in casa contro la Sampdoria, spostandolo dalle 18 alle 15 per evitare che i festeggiamenti dei tifosi si protraessero oltre l'orario del coprifuoco. Una richiesta che era stata respinta, ma che si è rivelata inutile. La festa è infatti scattata già oggi, in anticipo. La giornata nuvolosa e la situazione epidemilogica non ancora risolta non ha scoraggiato i tifosi, che hanno affollato soprattutto il Duomo, il tradizionale luogo di festeggiamenti (guarda le immagini).

Con un comunicato su Twitter il club aveva prontamente invitato i propri supporter a festeggiare la vittoria dello scudetto rispettando le norme anti-contagio: ''Ora è il momento della festa: di tutti gli interisti. Una gioia che si sprigiona genuina ma che invitiamo a esprimere nella maniera più responsabile possibile: siamo campioni anche in questo!''. Un invito alla responsabilità che i tifosi nerazzurri hanno in gran parte ignorato. I primi arrivati in piazza Duomo hanno intonato cori – da "Chi non salta rossonero è" a quello "Co.. come mai la Champions league non la vinci mai" – e sventolato bandiere. Poco dopo moltissimi altri si sono accalcati con bandiere, fumogeni, sciarpe ma pochissime mascherine. Tra cori e fumogeni, un centinaio di tifosi nerazzurri è salito sul monumento di Vittorio Emanuele II, al centro della piazza, stendendo una bandiera tricolore su uno dei due leoni alla base del monumento. Nel frattempo la marea nerazzurra festante si faceva sempre più numerosa, immagini destinate a fare il giro del mondo in tempo reale e che destano più di qualche preoccupazione a causa del possibile aumento dei contagi.

Le reazioni

''Piazza Duomo a Milano è letteralmente invasa da tifosi che festeggiano lo scudetto vinto dall’Inter. Siamo tutti felici per loro che hanno vinto il campionato dopo 11 anni e voglio fare i complimenti all’Inter, ma si tratta di un evento annunciato e prevedibile da giorni, eppure l’unico a essere colto di sorpresa è il sindaco Sala che non ha previsto misure per contrastare gli assembramenti. Dopo il lockdown, il coprifuoco, il distanziamento e le mascherine, dopo più di un anno di limitazioni con negozi, palestre e piscine chiuse, a Milano sono tutti in piazza ammassati!!! Dove erano i vigili che dovevano essere preventivamente precettati dal sindaco? Dove era l’uomo del blitz ai navigli? Forse, da interista sfegatato, era in mezzo alla folla. Non si amministra così una città e la speranza è che nel bezzo di un’epidemia questa superficialità del Comune di Milano non debba ricadere su qualcuno costretto a chiudere. Nel caso ringrazieremo il Sindaco Sala''. Lo afferma in una nota Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato e responsabile del movimento azzurro per i rapporti con gli alleati.

''La gioia dei tifosi interisti è più che comprensibile, lo dico da tifoso, seppur di un'altra squadra. Mi chiedo però perché a Milano, in Darsena o in Brera, sia necessario transennare le vie per evitare assembramenti e veicolare i flussi di persone e in piazza del Duomo possano riversarsi in migliaia in modo incontrollato''. Lo dice Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, commentando gli assembramenti scudetto. ''Non voglio giudicare quale delle due scelte sia più giusta per contenere i contagi - aggiunge Barbieri - ma mi stupisce vedere come si usino pesi e misure diverse in una situazione di emergenza comune. Bar e ristoranti non possono aprire i loro locali, pur garantendo distanziamento e sanificazione, ma gli viene concesso il solo utilizzo dello spazio esterno. Parchi e piazze invece posso riempirsi in modo incontrollato e senza alcuna precauzione sanitaria''. Dubbi legittimi anche dei gestori di bar e ristoranti, che hanno chiuso ieri la loro prima settimana in giallo rafforzato.

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