Inter, che bilancio

Prima il Milan ferma il Napoli, poi l'annuncio dei conti in attivo per la prima volta nella sua storia e fatturato record in A. E ora lo Slavia in Champions

Inter, che bilancio
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Non è un trofeo, non si mette in bacheca, non importa, o importa poco ai tifosi, ma grazie ai risultati dello scorso anno che sono valsi 190 milioni di premi per il cammino in Champions League e la partecipazione al Mondiale per club, l'Inter ha chiuso in attivo il primo bilancio della sua storia: 34,5 milioni di saldo positivo, col fatturato più alto di sempre per una squadra italiana, 567 milioni. Nel 2021, alla fine del biennio Conte e del mercato senza limiti di Zhang, il passivo negativo di esercizio era di 245 milioni, un altro record. In 4 anni, la storica inversione di tendenza. Gli anni di Inzaghi, peraltro. Col mercato dei parametri zero e poco altro. Chivu ha ereditato una squadra forte, ma stanca e un po' vecchia. C'era chi voleva che facesse la rivoluzione, ma senza giocatori non poteva cambiarne il gioco. Zero arroganza e ancora meno presunzione. S'è tenuto quel tanto di buono che ancora c'era e poco alla volta sta cercando di rimettere la squadra al centro del campionato e dell'Europa. Stasera va in onda il secondo atto di Champions, l'Inter ospita a San Siro lo Slavia Praga. Partita da vincere come da vincere era quella di Amsterdam al debutto, importante mettere fieno in cascina, cioè punti in classifica, in vista della fase discendente del maxi girone, quello in cui la sorte ha messo gli avversari più forti sulla strada dei nerazzurri (Liverpool e Arsenal a Milano, Dortmund e Atletico Madrid in trasferta). I 3 successi consecutivi hanno alleggerito l'aria intorno all'allenatore, che in realtà non ha perso calma e sorriso nemmeno dopo la doppia sconfitta in campionato contro Udinese e Juventus. "A me la squadra è sempre piaciuta, anche quando ha perso".

La vittoria del Milan sul Napoli ha dato una mano anche all'Inter, ora distante solo 3 punti dalla testa della classifica e con tutti gli scontri diretti da giocare. Prima della sosta, restano due partite, stasera lo Slavia e domenica la Cremonese. "Adesso pensiamo allo Slavia, che in questa stagione non ha mai perso. Al futuro penseremo da domani".

Torna in porta Sommer, mentre Thuram potrebbe riposare per la prima volta in stagione. Poi, qualche piccola rotazione da triplo impegno settimanale. Nella vigilia nerazzurra rimbombano anche le parole un po' fuori tono di Dimarco, che forse involontariamente o forse no, spedisce un messaggio al veleno in Arabia Saudita. "Si cresce di condizione giocando, non è facile farlo se esci sempre al 60'". Boom. In realtà, perché poi esistono anche le statistiche e non solo i ricordi, lo scorso anno Dimarco giocò sempre da titolare nelle prime 12 giornate, uscendo solo 2 volte prima del 70'.

Quest'anno invece è partito in panchina 2 volte su 5. L'anno scorso è stato invece nel girone di ritorno che gli è mancato il fiato, forse proprio perché aveva giocato troppo in quello di andata. Allora il fiato, oggi la memoria. Capita.

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