Milano Era la partita delle risposte. Quella in cui l'Inter doveva dimostrare a tutti, ma soprattutto a sé stessa, di essere capace a fare gruppo e di saper superare le polemiche. Polemiche che hanno le sembianze di Mauro Icardi, l'ex capitano degradato che in un modo o nell'altro, ha rischiato di spaccare il gruppo. E invece lo ha ricompattato. Perché l'Inter che batte la Sampdoria, anche se con dei limiti, pur senza un gioco scintillante, mette in mostra carattere e voglia. Proprio quelle che servivano per rispondere a un momento di caos. Risposte che arrivano dal gruppo e dai singoli, con Perisic e Nainggolan finalmente leader.
E chissà che a breve non si chiuda anche il caso Icardi. I segnali di riavvicinamento ci sono. Prima Wanda Nara twitta un ore 18, forza Inter, poi la coppia si presenta a San Siro per sostenere la squadra ma soprattutto per lanciare un segnale. Anche se quando Mauro e Wanda vengono inquadrati dal maxi schermo in avvio di secondo tempo, da San Siro piovono fischi, ancora più esplicito lo striscione della curva: «Via i mercenari». Ma cambia poco, tanto che Marotta tende la mano. «Per Mauro non si è mai parlato di esclusione, è un calciatore importante per noi che ha fatto tanto per noi e speriamo che continuerà a farlo. Questa decisione doveva essere presa per il bene di tutti. I panni sporchi si lavano in famiglia, ma nell'era dei social ormai è impossibile». Non solo, l'ad nerazzurro è andato oltre. «Sono convinto che risolveremo la questione, si può ricostruire. La trattativa per il rinnovo? Ho fatto una promessa a Wanda di farle pervenire un'offerta entro qualche settimana. Noi consideriamo lei corretta nel modo di relazionarsi con noi». Più di così, Marotta non poteva dire. Spalletti invece è agrodolce: «Ho gradito che fosse allo stadio, avrei gradito ancora di più se fosse venuto a festeggiare negli spogliatoi coi compagni». Ora si vedrà.
Fatto sta che sul campo l'Inter sembra patire poco l'assenza del suo numero 9. Gioca libera mentalmente e il piglio è quello giusto. Lo si vede soprattutto nell'atteggiamento. Già al 6' Lautaro va vicinissimo al gol ma l'argentino lanciato a rete calcia addosso ad Audero. Non che dopo questa le occasioni fiocchino, anzi. La Sampdoria, che fa del possesso palla la sua arma principale, gioca bene, forse anche meglio dell'Inter ma si perde sulla trequarti. L'occasione più ghiotta per i blucerchiati arriva con Defrel al 1' della ripresa ma Handanovic è bravo a respingere. L'Inter ci prova soprattutto con le sgroppate di Perisic. Su una giocata del croato, Lautaro calcia sporco a due passi da Audero. La partita si fa bella e più intensa, le squadre si allungano e ne giova lo spettacolo. Quagliarella spaventa Handanovic di testa, Politano sfiora il palo con un tiro a giro.
L'Inter preme, Perisic ci prova a ripetizione e quando va a prendere la palla per accelerare una rimessa dal fondo di Audero incassa l'ovazione di San Siro. Sarà un caso ma è proprio una sua giocata tipica, finta, dribbling e cross, a portare il vantaggio dell'Inter firmato D'Ambrosio al 28'. Ma basta poco per cancellare tutto. Due minuti e Gabbiadini, appena entrato, si trova la palla buona dopo un rimpallo in area e in diagonale trova l'angolo impossibile per Handanovic. Finita qui? No. L'Inter non molla.
Appena altri 3' e dopo un calcio d'angolo, su cui Giampaolo si lamenta per un fallo precedente non fischiato, Nainggolan raccoglie la respinta della difesa e al volo trova il gol della vittoria. Una medicina, un toccasana. L'Inter c'è e vince anche senza Icardi. E almeno per una notte le polemiche possono aspettare. Forse. I social sono aperti 24 ore su 24 e in casa Inter possono far danni.
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