Potrebbe anche essere l'ultima delle cose così come stanno ora. È addirittura girata la voce che in tribuna possa presentarsi Erick Thohir, vorrebbe dire che siamo già oltre, al culmine di una settimana caldissima, protagonista assoluta la famiglia Moratti. Dopo il Cda in cui è stato ufficializzato anche ai consiglieri l'accordo indonesiano, la famiglia ha blindato per i prossimi tre anni il controllo di Saras. Gian Marco e Massimo, ognuno al 25,1 per cento, hanno vincolato la loro maggioranza assoluta. I Moratti non mollano niente, Massimo non ha vacillato neppure davanti al passivo di bilancio di 81 milioni nonostante il fair play finanziario consenta di ripianarne al massimo 45.
Servirà altro cash, ecco il cartello Thohir. «Il presidente ha trovato qualcuno che gli darà una mano - commenta Giuseppe Accardi, ex calciatore anche in Indonesia, oggi procuratore molto vicino alla famiglia Bakrie -. I tifosi devono avere pazienza, l'Indonesia non è fuori dal mondo e lì il calcio è seguitissimo. Adesso non si parla d'altro che dell'acquisizione dell'Inter e ne sono tutti molto orgogliosi. Forse qualcuno non ha compreso l'importanza di entrare in un mercato di 250milioni di persone e stadi da 100mila sempre pieni. Solo il 30 per cento a Erick Thohir? Moratti è rispettato, potrebbe rimanere alla presidenza, ma il 70 per cento è in mano a un gruppo, come hanno diviso non ha importanza, Thohir è il capo». E la famiglia Bakrie garante indonesiano? «Loro hanno grandi interessi nello sport, sono proprietari del Brisbane Road in Australia, il Visè in Belgio e il Deportivo Indonesiana e quando hanno acquistato hanno sempre lasciato il presidente al suo posto. È gente di sostanza anche se al momento non entra in alcun modo in questa operazione. Ma le famiglie importanti in Indonesia sono strettamente legate, qualsiasi scelta deve essere avallata, nessuno si metterebbe a capo di un'operazione invisa al resto».
Cosa dobbiamo aspettarci? «Il calcio non può più essere gestito col cuore, porta a degli errori. Moratti ha dato sangue e vita, ha tutto il diritto di mettersi da parte. Nella logica di una cultura aziendalistica, quale club oggi può spendere 60 milioni per un calciatore? L'Inter due anni fa ha vinto tutto con il suo settore giovanile ma non c'è nessuno di quei giocatori in prima squadra. Questo è un aspetto che ha molto incuriosito, se ho ben capito loro costruiranno sui giovani». Quindi niente top player a dicembre? «Mi sembra che un primo indizio si sia già avuto nel mercato estivo, Taider, Belfodil, Icardi, con un allenatore come Mazzarri che li sa far crescere. I Bakrie sanno tutto dell'Inter e Mazzarri piace, non è vero che lui fa giocare solo dai 27 anni in su, dipende da cosa gli hanno chiesto in passato le proprietà, lui ha tutte le qualità per restare. Questo non significa che se si creasse la situazione favorevole non verrebbe colta: Tevez e Llorente sono due grandi giocatori e la Juventus oltre che tecnicamente ha fatto un grande colpo anche economicamente». Il tifoso resta scettico, molti hanno difficoltà a individuare l'Indoniesia sul mappamondo: «Non spazzeranno via tutto, sarebbe da pazzi, loro cercano solidità, ricordatevi di Pallotta e dell'ironia che lo circondava. Le cessioni di Marquinho, Osvaldo e Lamela sono state geniali e adesso la Roma è lì. E una società che cresce ha bisogno di tifosi che facciano altrettanto». Parole sante, ma tutto ciò che non si conosce, fa paura. Inter e Roma però si conoscono. Ieri Mazzarri ha fatto lavorare i suoi quasi per tre ore, quindi full immersion di video con la Roma.
Rudi Garcia molto sospettoso, ha proibito ai Giovanissimi di passare accanto al campo temendo che tra loro si annidasse qualche spia. Di fronte i due attacchi e le due difese migliori del campionato, stadio verso l'esaurito, tribuna stampa gremita più di Inter-Barcellona 3-1, 266 accrediti volati via come in un cielo senza nubi. Ma Thohir non viene.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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