Inter, in Europa non c'è posto per te

In tre giorni si è fatta eliminare in Euroleague e rischia di non entrarci nella prossima stagione

Inter, in Europa non c'è posto per te

Un mese intero senza vittorie non è male, per invertire questa tendenza l'Inter dovrebbe organizzare un'amichevole sfruttando la sosta del campionato, ha a disposizione otto giorni, non sono tantissimi ma poi marzo finisce. È un traguardo anche questo, siamo d'accordo che le servirebbe più tempo perché poi, dopo averla organizzata, dovrebbe anche riuscire a vincerla. Ce la può fare. Se mette giù la grinta di Genova e tiene fuori Podolski le probabilità aumentano. Ieri Miroslav Klose ha fatto sapere che anche al suo amico Poldi servirebbe tempo: «Lui ha bisogno di trovare la forma migliore, sono convinto che quando l'avrà trovata potrà fare la differenza pure in Italia». Anche Mancini ha fatto sapere in giro che questa squadra ha bisogno di tempo, sta crescendo e per fare le cose per bene non bisogna avere fretta: «Non sono un mago. Sono qui da quattro mesi e per impostare una squadra che non si conosce, ci vuole più tempo»

Quanto tempo? Qualcuno quantifichi please, qualcuno che sia concreto sul progetto, chiarisca. Qualcuno che spieghi come farà una squadra a rafforzarsi se deve vendere. Finché l'aritmetica non la condanna si deve avere fede?

A parte che l'Inter quando c'è fretta sa sbrigarsi come poche, per esempio nel giro di tre giorni è riuscita ad eliminare il problema Europa, fuori dall'attuale con il Wolfsburg e fuori dalla futura con la Sampdoria. In teoria può ancora arrivare ai 60 punti che le avevano consentito l'accesso la scorsa stagione, dopo preliminare e doppio confronto con lo Stjarnan. Ma quest'anno potrebbero non bastare, al quarto, quinto e sesto posto, quelli che più o meno valgono per il piazzamento nell'Europa B (ma uno dei tre è per la vincitrice della coppa italia), ci sono Fiorentina, Napoli e Sampdoria a cui bastano rispettivamente 12, 13 e 14 punti per arrivare a 60, contro i 23 che servirebbero all'Inter. E non ci sono vie di fuga, la Uefa attraverso la precisazione del segretario generale Gianni Infantino, ha dato una ripassata al regolamento. Il numero totale dei posti assegnati a una nazione sono e rimangono quelli, se Napoli o Fiorentina vincono l'Europa League, avremo una squadra in più in Champions e una in meno nella seconda coppa. E se chi la vince si è già qualificato in Champions attraverso il campionato, tutto resta come prima, tre in Champions e tre in Europa league. Il settimo posto in campionato vale zero, non è un messaggio all'Inter, è il regolamento.

Ma se dovesse servire una badilata di ottimismo eccola: ora tutti vogliono rimanere e sono smaniosi di rivincita. Roberto Calienda, il procuratore di Juan Jesus, ha detto che fino a quando il suo assistito sarà felice lui non ascolta nessuna proposta: «E lui all'Inter è felice». Nikky Vuksan, agente di Mateo Kovacic, ha tolto ogni dubbio sul croato: «Ha firmato per 5 anni il rinnovo e crede nel futuro all'Inter. Se non fosse stato contento a Milano non avrebbe prolungato e io non tratto con nessun club».

Perfino Samir Handanovic ha chiesto di farla finita con le voci: non sarà il piazzamento in campionato a decidere la sua permanenza all'Inter. Risposta ambigua, di certo non ha ancora rinnovato fino al 2019 a tre milioni a stagione come gli ha proposto l'Inter.

Ai tifosi non resta che aspettare, ma una cosa non deve entrare nel quotidiano, la sfortuna.

È solo un alibi per salvare tutti e lasciargli credere di essere una grande squadra, invece il Mancio dovrebbe picchiare duro, lui dice che lo fa: «Non è vero che sono un buono, lo vedrete». Aspettiamo, qui c'è sempre da aspettare.

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