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Inter-Milan, la rivoluzione ha una faccia credibile

Handanovic-Brozovic e Donnarumma-Romagnoli, i titolari che resistono dal primo derby "straniero"

Inter-Milan, la rivoluzione ha una faccia credibile

Rivedendole oggi c'era da mettersi le mani nei capelli già allora. Magari ce n'eravamo accorti, ma a distanza di tempo, fra l'altro così poco, l'effetto è quasi brutale. E, dunque, quel che andremo a seguire sarà un derby rivolution-evolution-revaluation che Celentano direbbe rivalutation. Tre anni fa, non proprio una vita fa, 15 aprile 2017, Inter e Milan si giocarono un derby della modestia, spalla a spalla per un misero sesto posto. Il Milan stava due punti avanti. Stefano Pioli stava sulla panca nerazzurra, ma le gambe (della panca) erano già smussate: ancora un mese e si sarebbe trovato a terra. Il percorso miracoloso del suo primo periodo si stava arenando e, in un filotto di 7 sconfitte consecutive, si infilò il derby, una sorta di sconfitta benché il risultato abbia detto 2-2, facendosi rimontare dal 2-0.

Era il primo Inter-Milan giocato all'ora di pranzo, ma soprattutto il primo derby fra padroni completamente stranieri dopochè Berlusconi aveva mollato ad un misterioso cinese e Thohir aveva lasciato l'Inter nelle mani di Suning. Ecco, bisogna tornare a quel derby per capire quanto vada gustato, ed apprezzato, quello di domenica che avrà nell'Inter una fiduciosa sfidante scudetto e nel Milan un piccolo mosaico calcistico che si va ricomponendo. Autori e comprimari di allora fanno intendere quale sia stata la rivoluzione della Milano calcistica in tre anni. Fra i rossoneri ritroveremo Donnarumma, Calabria e Romagnoli. C'era anche Suso che ha appena lasciato la compagnia. Di quell'Inter sopravvive qualcuno in più: Brozovic parcheggiato in panca, Handanovic, D'Ambrosio, Gagliardini e Candreva in campo. Inter avanti con i gol di Candreva e Icardi, raggiunta da Romagnoli e dall'acuto finale da Zapata. Erano squadre costruite su spese ingenti con qualche intuizione dei vecchi padroni: Icardi e Perisic nerazzurri, Donnarumma e Romagnoli rossoneri. Ma oggi, con quelle rose, parleremmo più di panchinari. Cosa si poteva pretendere? Ora si pensa ad un altro calcio.

Curioso che l'allenatore odierno del Milan sia proprio Pioli (allora Montella). Vista la fine di quel Pioli, i rossoneri non staranno tranquilli. Ma Ibrahimovic ha dimostrato che la qualità (dei giocatori) paga. E così sarà con Eriksen e gli altri. Anche l'Inter aveva qualità, ma c'è qualità e qualità, personalità e personalità. Comunque, per rinfrescare le memoria, ecco l'elencazione di quel Inter-Milan. In campo: Medel, Miranda, Nagatomo, Kondogbia, Joao Mario, Icardi, Perisic oltre ai nerazzurri rimasti oggi. In panca: Andreolli, Palacio, Biabiany, Ansaldi, Banega, Santon, Eder , Murillo, Carrizo, Gabigol. Nel Milan: De Sciglio, Zapata, Kucka, J.Sosa, Fernandez, Bacca, Suso. E quelli rimasti. In panca: Deulofeu, Lapadula, Honda, Gomez, Poli, Vangioni, Paletta, Storari, Antonelli, Plizzari, Locatelli. Che dire? Forse, tra tre anni, qualcuno di quelli di oggi avrà tradito, ma queste squadre hanno una faccia migliore.

La rivoluzione di Milano non può più attendere.

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