Erick Thohir non ha fatto come cinesi e kazaki, è venuto qui lui a Milano, ha incontrato Massimo Moratti e gli ha chiesto l'Inter. Possibilmente tutta. L'offerta indonesiana è di quelle che non si possono rifiutare: circa 300 milioni per l'intero pacchetto societario, più quelli necessari per ripianare il rosso del 2012, circa 90 milioni, più quelli per coprire le perdite 2013. E poi lo stadio, altri 250 milioni circa.
Dopo quanto successo con gli improbabili soci cinesi, il presidente ha voluto evitare nuovi cambi di direzione e ha affidato all'advisor Lazard, lussuosa banca d'affari americana specializzata per la consulenza nelle operazioni di fusione e acquisizione di nuovi partner, la solidità dell'offerta. E ora nell'entourage della presidenza si parla apertamente di trattativa affidabile, seria, concreta, difficilmente ripetibile. Il tycoon indonesiano Erick Thohir è nell'editoria, ha recentemente ottenuto i diritti tv dei Mondiali in esclusiva, possiede due squadre di basket, una quota dei Philadelphia 76ers, franchigia Nba, una partecipazione nella squadra di calcio di Washington, non ha la disponibilità economica di Abramovich ma sta costruendo ora il suo impero, è stato lui a farsi avanti e professa una indiscussa fede nerazzurra.
È il primo serio pretendente ad un club italiano e l'unico precedente della Roma fa capire quanto sia scarso l'appeal dei nostri club. Chi compra l'Inter oggi sa che acquista una società in perdita, fuori dalla Champions con un brand in calo. Ma proprio questo sta spingendo Thohir verso la società di Massimo Moratti, più abbordabile di qualsiasi altro club della Premier, con ampi margini commerciali, di grande tradizione calcistica e soprattutto molto popolare in Indonesia, volano personalissimo per la sua ascesa.
Ma non essendo un club quotato in Borsa, Lazard sta studiando anche il valore dell'Inter, ne sta verificando i bilanci, gli asset, il parco giocatori, il centro di Appiano Gentile, diritti d'immagine, logo, sponsor ufficiali e tecnici, i Campus, gli ingaggi. Massimo Moratti non ha la potenzialità economica per rifiutare, ha la forza di un amore che teme di tradire. L'Inter è un patrimonio della famiglia, lui si sente solo il momentaneo condottiero di un club che assieme al padre ha portato sul tetto del mondo, con il figlio Angelo Mario già pronto a riceverne l'eredità: cedere la maggioranza societaria non significherebbe solo fare un passo indietro. Vuole garanzie anche comportamentali, perchè l'Inter non può diventare solo un business. Sono state queste in passato le sue perplessità legate alla cessione della maggioranza del pacchetto azionario. Thohir ha proposto di subentrare subito ma non vuole precludere la trattativa e ha ventilato l'ipotesi di acquisire temporaneamente il 30 per cento con la promessa di entrarne interamente in possesso in due anni al massimo.
L'offerta di Thohir è già stata valutata da Lazard e ritenuta soddisfacente per l'intero pacchetto. Inoltre le cose nel giro dei prossimi due anni potrebbero migliorare ma anche peggiorare e Moratti si troverebbe con un valore del club inferiore. Queste controindicazioni sono ben chiare nella testa del presidente che si è preso alcuni giorni di vacanza all'estero assieme ai familiari.
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