Per una volta, la prima dopo mesi, l'Inter va in campo dopo il Milan, che se nel pomeriggio batte la Fiorentina a San Siro schizza a +5 in classifica, e sai la pressione... Inzaghi è andato a dormire col dubbio più grande: Handanovic ce la fa o tocca un'altra volta a Radu? Che in un momento normale non sarebbe la fine del mondo, si può benissimo giocare qualche partita con il secondo portiere, è capitato anche al Milan, ma dopo il massacro cui Radu è stato sottoposto negli ultimi giorni, è chiaro che sarebbe per tutti pressione su pressione. «Quest'anno ha giocato poco perché a me non piace l'alternanza dei portieri, ma abbiamo tutti molta fiducia in lui», spiega Inzaghi, apparentemente meno deciso di altre vigilie. Un'impressione, sia chiaro... ma è come se la batosta di Bologna l'avesse colpito profondamente. «L'umore non è dei migliori, ci mancherebbe. Ma in questi giorni ho visto una bella reazione da parte del gruppo. Vogliamo crederci fino in fondo».
Detto di Handanovic, che ieri è rimasto a riposo e proverà definitivamente solo stamane (è un guaio muscolare: se passa, gioca; sennò tocca a Radu, assurdo chi parla di infiltrazioni), l'altro dubbio riguarda il sostituto dello squalificato Calhanoglu (che ha seguito la squadra a Udine): favorito Vidal, ma non si può escludere Gagliardini, visto che il cileno è appena rientrato in gruppo dall'ennesimo infortunio. Manca Bastoni (tocca a D'Ambrosio) mentre l'attacco dovrebbe essere quello titolare, ovvero Martinez più Dzeko, perché Correa prende tanti complimenti dai giornalisti, ma continua a non segnare (4 gol equamente divisi in 2 partite, l'ultima proprio quella di andata contro l'Udinese, a San Siro).
Lo sforzo dichiarato è quello di non pensare alla marcia avversaria («più che preoccuparci del Milan, dobbiamo essere concentrati sull'Udinese») ma è certo più facile dirlo alla vigilia, che non considerarlo oggi alle 18, al momento di scendere in campo. Oltretutto, c'è qualche malandrino che ricorda come tra pochi giorni ricorrano 20 anni esatti da una delle date più nefaste della storia nerazzurra, il famigerato 5 maggio, che ebbe proprio a Udine il campo collegato in cui si consumò la seconda metà della beffa (con Inzaghi stesso, peraltro, titolare e in gol per la Lazio, nel campo principale).
L'ultimo pensiero, è ancora per Radu e il rammarico diventa più grande.
«A Bologna come nel derby di ritorno, abbiamo ottenuto meno di quanto meritavamo. Abbiamo giocato un ottimo primo tempo e non avremmo dovuto chiudere solo sull'1-1-. A quel punto, anche quell'errore avrebbe avuto un peso differente...».
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