Milano. Inter-Roma è un po' come la sfida di chi è tornato dall'inferno e non ha più paura di niente e di nessuno, perché sa che all'inferno delle sconfitte si può sopravvivere. A Mourinho quest'anno è capitato più di una volta, che non si possono contare. Inzaghi in meno di 2 mesi ha rischiato di sciupare un anno di lavoro. Arrivano però alla sfida di domani pomeriggio con le squadre in salute e il morale alle stelle. Sarà una partita speciale, importante per tutti e non solo per l'Inter e non solo per Mourinho, che torna a San Siro dopo la sconfitta in Coppa Italia e incrocia il passato che finora gli ha riservato solo delusioni.
All'andata, fu 0-3 nerazzurro. Forse la più bella Inter dell'anno. Calhanoglu, Dzeko, Dumfries: 3 gol in un tempo e passerella reale nell'altro. Era l'epoca in cui l'Inter pareva imbattibile e in realtà lo era. Era la squadra che aveva fatto credere di aver vinto il campionato a Natale e forse lei stessa l'aveva creduto, finendo per risvegliarsi bruscamente dal sogno, appena gl'ingranaggi hanno cominciato a incepparsi.
Dopo quello 0-3 dell'Olimpico, Mourinho rotolò all'ottavo posto in classifica, il piazzamento più basso di tutta la stagione. A 13 punti dal Milan, esattamente come oggi. E a 12 dall'Inter, che adesso gli è davanti di 11 (ma con una partita in meno). Dalla 16ª giornata a oggi, la Roma ha recuperato 2 punti al Napoli e perso qualcosa (3 punti) solo dalla Juventus.
Significa che negli ultimi quattro mesi, Mourinho viaggia come Pioli e Inzaghi e addirittura meglio di Spalletti, gli allenatori che si contendono lo scudetto. Se era giusto criticarlo a Natale, oggi è doveroso riconoscergli progressi di calcio, risultati e classifica. Sottolineando anche come la sua Roma, e lui per l'ennesima volta, siano gli unici eurosuperstiti del calcio italiano. Varrà poco la neonata Conference League, ma poterla vincere resta un titolo di merito, insieme all'entusiasmo che ha scatenato nella tifoseria (esauriti in 15 minuti i 1600 biglietti del settore ospiti per la semifinale di andata a Leicester e in 24 ore i tagliandi per la sfida di ritorno all'Olimpico) e magari anche nella proprietà, a questo punto più portata a soddisfare gli appetiti di mercato di Mourinho.
Inzaghi si prepara alla settimana centrale della stagione, preparando il rientro in grande stile di Dzeko, che ha rifiatato in Coppa Italia, ma non dovrebbe mancare nel personalissimo derby col suo passato. L'impressione delle ultime 2 partite è che Correa sia il gemello giusto del Toro Lautaro, ma non si può scordare quello che l'argentino e Dzeko hanno fatto per gran parte di stagione. Dzeko è più anziano (36 anni), normale sia più stanco. Ma pare miope negarne il contributo all'anno nerazzurro (17 gol e 9 assist) solo perché Martinez si è sbloccato quando ha giocato al fianco di Correa.
Un po' come quelli che mettevano in discussione Inzaghi quando l'Inter aveva smesso di vincere e sembrava destinata all'inferno, le vedove di Conte spazzate via a colpi di vittoria e già risaltate di corsa sul carro dello scudetto.
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