«Una grande Inter per il futuro? - è stato chiesto a Moratti al suo ingresso al Meazza -. C'è l'idea di rafforzare la squadra, vedremo l'impostazione, ma occorre trovare calciatori che abbiano carattere, coraggio e abnegazione per fare una stagione difficile e seria come deve fare l'Inter con l'ambizione di raggiungere un risultato positivo». Insomma le solite cose. Kovacic comunque sta crescendo, sembrerebbe una pianta forte, di quelle dove ci si può attorcigliare attorno e fare argine. Ha oscurato Hernanes che a tratti lo ha pure menato, non ha sbagliato quasi niente e si è fatto apprezzare a sostegno. Dire che ha carattere e abnegazione forse è troppo, per ora è sufficiente quello che sta facendo vedere, è appena nato, eppure è una delle poche certezze di questa ultima parte della stagione.
Moratti ha parlato ancora di Europa, poi è entrato allo stadio e ha visto Handanovic, Ranocchia e Juan Jesus scontrarsi tra loro come tre bendati, in area, con Floccari schiacciato in mezzo che non aveva la minima intenzione di fare casino anche lui. La palla è rimbalzata su schiene e cosce e poi è entrata con una lentezza tale che sembrava possibile scendere e prenderla a calci prima che superasse la linea di porta. Moratti incredulo, tre pezzi forti della sua squadra in confusione totale, troppo facile prendersela con la stagione maledetta, restare fuori dall'Europa dopo 14 anni è la soluzione migliore, magari dispiace ma come ha detto Stramaccioni, sarebbe l'unica cosa positiva in una stagione tutta al contrario.
La curva s'è fatta sentire, prima del fischio d'inizio era tutta un lenzuolo, dodici domande al presidente, l'ultima la più emblematica: perché chi va via dall'Inter parla sempre bene di lei e male della squadra?
Nemmeno un minuto dopo il vantaggio, Candreva si è presentato solo davanti ad Handanovic e ha avuto pietà. In mezzo tanta, tantissima Inter, incoraggiata dalla pochezza della Lazio che potrebbe finire sotto di brutto, Guarin, Rocchi, Alvaro Pereira, Cambiasso, tutti al tiro, poco oltre la mezz'ora Alvarez di testa fa l'1-1, quinto gol in 21 presenze, tutti concentrati in queste ultime giornate, dopo un infortunio a inizio stagione che gli ha condizionato la preparazione. Questo Alvarez funziona, ma è un'Inter improvvisata, dettata dagli infortuni, tutto quanto sta succedendo in questi giorni non fa testo. Quando poi Pereira la mette in mezzo e in successione Rocchi, Cambiasso e poi ancora Alvarez riescono a porta semivuota a non segnare, è proprio notte fonda, fiction.
Si continua, palo di Cambiasso, mani in area di Cana, poi rigore su Guarin, arriva Alvarez che scivola sul dischetto e la mette dove c'è la Nord che continua incessante a sventolare le sue bandiere.
Dai, con Stramaccioni pietrificato al gol di Ogienyi Eddy Onazi, al digiuno assoluto in questo campionato, che trova un destro devastante dopo il rigore trasformato da Hernanes. Un altro 3-1 bugiardo e reale, la Lazio non segnava in trasferta lontano dall'Olimpico dal 3 febbraio e non vinceva a San Siro da 15 anni. E Petkovic ha ripreso la Roma in classifica.
Moratti comunque ha smentito qualunque voce sugli indonesiani: «Interesse di gruppi esteri? Ho letto tante cose in questi giorni, alcune sono esagerate. C'è interesse da parte di qualche gruppo, ma è solo interesse. Stiamo cercando di capire cosa fare. Prima però dobbiamo fare bene calcisticamente affrontando la campagna acquisti come è giusto che sia». Con tanto amore ma senza soldi.
Gli investitori stranieri esistono, eccome, ma non vogliono prendere una quota del club, vogliono la maggioranza, altrimenti cosa se ne fanno? Intanto l'Inter continua a perdere i pezzi (Jonathan all'ospedale con una spalla lussata e Ranocchia di novo ko), Guarin picchia in porta da tutte le parti, un altro buono, ma due sono troppo pochi, si gioca in undici. Quindicesima sconfitta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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