Ranocchia a un minuto dai rigori. Passa l'Inter e adesso aspetta Roma o Fiorentina. Affezionati 8734, Moratti aveva detto che la coppa contava, eccome. Stramaccioni era stato più categorico: «Per me vale quanto il campionato e l'Europa League». Pioli invece è arrivato a Milano con l'idea di fare un'altra impresa, come ha chiamato lui l'eliminazione del Napoli al San Paolo negli ottavi. Dài, magari si vede un bel quarto, tornano Ranocchia e Juan Jesus, Alvaro Pereira è in maschera, davanti c'è Rocchi, il Gilardino di domenica però fa più paura.
Squadre con maglietta celebrativa del dimenticato Arpad Weisz, uno scudetto a 34 anni da allenatore con l'Inter nel '30 primo campionato a girone unico, il più giovane mister campione dItalia, primato che resiste. Due scudetti anche con il Bologna prima di rifugiarsi a Parigi braccato dalle leggi antisemite, poi in Olanda a Dordrecht. Sparito ad Auschwitz assieme a moglie e figli. Una targa a San Siro e un'altra al Dall'Ara, si prende gli applausi non solo per essere stato l'allenatore più vincente dell'epoca. Adesso qui c'è Jonathan che fa delle cose e riporta sulla terra.
Il Bologna ha più voglia, si vede subito, le prime quattro palle di Cassano sono quattro errori, su Rocchi in contropiede ne arrivano cinque e gliela ciucciano, è Handanovic che lavora di più, su Gilardino fa una prodezza in una delle poche occasioni in cui lo marcava Silvestre. L'Inter segna al 35', piatto di Cassano per Guarin, legnata all'incrocio, cose semplici. Entra Gabbiadini largo, segna ancora l'Inter con Palacio, slalom e incrocio, sembra finita. Invece il finale è tambureggiante e il Bologna che merita di più segna su punizione di Diamanti che lascia secco Handanovic a dieci dal termine. L'Inter va in tilt, Ranocchia nel tentativo di liberare la stampa sul suo palo, poi Gabbiadini fa il 2-2 e Jonathan conferma la sua idiosincrasia al gioco della palla. Supplementari. Inter stracotta, anche il Bologna, ogni azione potrebbe essere un gol più per demerito delle difese. C'è persino una percussione di Zanetti, fra i più lucidi nel finale, che finisce sul palo. Poi Ranocchia con la testa e il cuore ma che botta.
In zona non si è visto Sneijder, ha ragione Massimo Moratti, non è neppure una cosa seria. Se la cattiveria che gira racconta il vero non è neppure una scelta di vita ma solo di soldi.
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