Non basta alla Fiorentina alzare un muro davanti a De Gea per impedire all'Inter di tornare alla vittoria. Serve più di un'ora perché Calhanoglu sblocchi il risultato, ma il dominio nerazzurro va persino oltre il rotondo 3-0 finale, con raddoppio cinematografico di Sucic e terzo gol su rigore, ovviamente di Calhanoglu. C'era una volta Pioli che con il Milan affrontava l'Inter in campo aperto, un cazzotto per uno e alla fine perdeva sempre lui: addirittura 6 volte di fila, prima che lo mandassero via (da allora l'Inter non ha ancora vinto un derby).
Due anni dopo, il tecnico s'è portato la lezione da casa e davanti a Chivu mette una squadra tanto bassa, che più bassa non si può, con Gudmundsson, per dirne uno, che segue ovunque Calhanoglu, anche nel cuore dell'area di De Gea. Difesa a 5, Dodo e Gosens bloccati o quasi, niente Fagioli o Nicolussi Caviglia, ma Sohm e Ndour in mezzo al campo, a chi più ne ha più corra. Col povero Kean (25 gol lo scorso anno, 2 finora in questa stagione) là davanti a lottare come un leone contro Bisseck, terzo centrale scelto da Chivu in 3 partite, perché il punto debole dell'Inter sta proprio lì, in mezzo alla difesa.
L'avvio è tutto dell'Inter, che gioca come piace a Chivu: aggressione alta e poco palleggio, per un quarto d'ora la Fiorentina pare in bambola, però la barricata viola regge l'urto, anche perché serve quasi mezz'ora per il primo vero tiro in porta, di Bastoni, che ruba palla a Comuzzo e affonda centralmente. Bravo De Gea, a salvarsi con il piede. Idem poco dopo, stavolta sul sinistro al volo di Dimarco.
Per essere poteva forse essere più facile venire a capo della sfida (ma non ditelo al sospettoso Antonio Conte), se l'arbitro (ancora sullo 0-0) avesse giudicato diversamente due mezzi rigori non fischiati a Comuzzo per altrettanti abbracci in area a Pio Esposito. Veniale il primo, quando il primo fallo è forse dell'attaccante nerazzurro; apparentemente più grave il secondo, non rilevato però dal Var. Così la spinta decisiva all'Inter arriva grazie ai cambi della Fiorentina. Fuori Gudmundsson e Sohm per Fagioli e Fazzini e proprio quest'ultimo abbocca come un pollo alla finta di Calha dal limite dell'area, destro-bomba e partita sbloccata. Il raddoppio poco oltre di Sucic è persino più bello, dribbling stretto fra 3 avversari, Comuzzo di là, il pallone di là. Indiscutibile il rigore concesso nel finale a Bonny, subentrato a Pio e steso da Viti (espulso) quando era ormai solo e davanti al portiere. Per il 3-0 che abbellisce la serata nerazzurra.
L'Inter riprende il Milan e allontana i fantasmi di Napoli (Lautaro a parte: il più stanco e il più nervoso). Per la Fiorentina e soprattutto Pioli sono guai sempre più grossi: 4 punti in 9 partite non sono più un caso. La classifica non mente.