Inzaghi e la legge del 9 Via alla nuova era Milan

Secco comunicato di saluto del club: 147 caratteri senza ringraziamenti. Il numero magico di Pippo: giorno di nascita, maglia, annuncio e ritiro

Inzaghi e la legge del 9 Via alla nuova era Milan

Silvio Berlusconi ha tagliato il nodo: via Clarence Seedorf, esonerato con un secco comunicato dopo un vano tentativo di separazione consensuale, e dentro Filippo Inzaghi, sotto contratto fino a giugno del 2016. A un mese giusto dal raduno, il Milan è uscito allo scoperto e reso ufficiale una decisione nota da tempo ormai. La scelta della data («un giorno indimenticabile») non è stata casuale. Il 9 è stato da sempre il numero preferito di Filippo Inzaghi, per molti anni lo ha portato stampato sulla maglia a indicare una specialità e una strepitosa ossessione (per il gol). Il 9 luglio è la data scelta per il ritiro del suo Milan, identica, e anche qui forse non è una semplice coincidenza, alla sera in cui firmò un decisivo gol alla Stella Rossa che schiuse le porte della qualificazione Champions. Dev'essere un'altra delle fisse di Pippo, che tra l'altro è nato sempre il 9, ad agosto. La nuova era è cominciata, la scommessa persa di Seedorf già dimenticata. E liquidata brutalmente. Stringata (147 caratteri) infatti è stata la nota pubblicata dal club sul sito ufficiale, con la notizia nuda e cruda dell'esonero di Seedorf e l'incarico dato a Inzaghi, contratto fino a giugno del 2016, 700 mila euro lo stipendio con ricchi premi legati ai risultati. Neanche una frasetta di circostanza, un canonico e gratuito grazie per l'olandese a differenza di quello che accadde nei confronti di Allegri, licenziato a gennaio dopo il naufragio col Sassuolo ma rimasto in eccellenti rapporti con il club, grazie anche allo scudetto 2011. È la conferma, ulteriore, che l'addio tra Seedorf e il Milan è stato complicato, tormentato, polemico. Nemmeno il paziente avvocato Cantamessa è riuscito nell'intento di ricucire lo strappo. Risultati a parte, che sono stati "dignitosi", definizione dell'interessato, troppe le incomprensioni, lunghissima la serie di comportamenti non approvati: interviste mai autorizzate, la mail spedita a Tassotti per intimargli di non alzarsi dalla panchina durante la partita, la rottura con lo spogliatoio, la costruzione di una panchina sopraelevata a San Siro, il contatto segreto con i capi ultrà del tifo per promettere un ribaltone della rosa attuale.
La manager di Clarence ha rifiutato qualsiasi negoziato con l'intento di incassare lo stipendio pieno (5 milioni netti) dei prossimi due anni. Dovesse ricevere qualche proposta nel frattempo, dovrà presentarsi in via Aldo Rossi per chiedere la rescissione. Così Seedorf è rimasto a tutti gli effetti un dipendente del Milan, con diritti (durante le vacanze potrà partire per il Brasile e fare il commentatore per la Bbc) e doveri (non infrangere il codice societario in materia di dichiarazioni). Non esclusa, dal suo staff, l'ipotesi di proporre causa al Milan per danno d'immagine.
Filippo Inzaghi è entrato nel Milan in punta di piedi. Niente proclami né conferenze-stampa, rinviate a una prossima occasione. Ma solo un paio di frasi dettate all'agenzia per documentare il proprio entusiasmo. Non ha dormito per molte notte e continua a dedicare 14 ore al suo prossimo impegno. «Sono onorato e orgoglioso, darò tutto me stesso» la promessa solenne. Il grazie esclusivo al presidente Silvio Berlusconi è l'avviso ai naviganti: non c'è stato nessun golpe, la sintonia è prima con il presidente, oltre che con il Milan società e col popolo dei suoi tifosi che non hanno certo dimenticato le sue imprese, i due sigilli di Atene, l'ultima in ordine di tempo. Emiliano Mondonico, un suo allenatore ai tempi dell'Atalanta, che ne celebrò le virtù con una famosa frase («non è Pippo che si è innamorato del gol, è il gol che si è innamorato di Pippo»), è stato il primo a spedirgli un sms. «Ora comincia il difficile» gli ha scritto. «Ha ragione mister» la risposta. Non ha in tasca la sicurezza e la sicumera del suo predecessore. Da molti giorni Inzaghi si è messo al lavoro per completare il suo staff. Ne faranno parte Mauro Tassotti, la memoria di Milanello, come vice, Daniele Tognaccini, lo storico e prezioso preparatore di milan-lab, Matteucci e Maldera i tattici, Magni (ora al Brescia), allenatore dei portieri e Vio, specializzato nei calci piazzati (è sotto contratto con la Fiorentina). Nel settore giovanile, che sarà coordinato da Sacchi, Brocchi diventerà il tecnico della primavera, Stefano Nava passerà alla Beretti.

Pippo ha già in testa giocatori da rilanciare, giovanotti da valorizzare e un sistema di gioco, semplice, lineare, compatibile col calcio italiano. Ha una missione dichiarata: far tornare il Milan nella sua coppa preferita, la Champions league.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica