Milano. Vale tutta la liturgia da derby («ho visto gli occhi giusti nei giocatori», Inzaghi), un sempreverde di verità e luoghi comuni («sono partite che si preparano da sole»), si può ricordare come questa Inter viaggi al ritmo di quella campione un anno fa, sottolineare che nessuna squadra ha segnato tanto quanto quella nerazzurra, esaltare il dato che già 15 giocatori abbiamo trovato il gol e che manchi sostanzialmente una vittoria agli ottavi di Champions League, ma oltre le statistiche e le impressioni resta una domanda che ha poco di retorico: che succede se stasera vince il Milan?
Ecco perché per Simone Inzaghi il primo derby di Milano è anche l'ultima chiamata per lo scudetto: vincere per tagliare le distanze, eventualmente non perdere per evitare di scivolare a -10 e rimettere in mani altrui il proprio destino. «La classifica c'è e va guardata con attenzione», non nasconde il tecnico nerazzurro.
Contro l'Inter giocano i precedenti con le squadre più forti del campionato: 3 partite e nessuna vittoria, giusto i pareggi con Atalanta e Juventus in casa, sommati alla sconfitta di Roma contro la Lazio. Allergia da scontri diretti? «Nessun tabù, con l'Atalanta abbiamo sbagliato un rigore. Con la Juve sappiamo com'è andata e a Roma siamo stati in partita per 75 minuti». Parole che non fanno punti né classifica, mentre Milan e Napoli allungavano da una partita all'altra. «Stiamo assistendo a qualcosa di eccezionale, era 40 anni che nessun partiva tanto forte», enfatizza Inzaghi, male informato (Roma, Napoli e Juventus hanno fatto lo stesso nel 2013, 2017 e 2018).
La doppietta Empoli-Udinese ha ridato morale, il successo a casa Sheriff ha fatto anche di più, massaggiando l'autostima di un gruppo che l'anno scorso ha imparato a vincere ed è convinto di poterlo rifare. Il derby è l'occasione giusta per accorciare sul Milan e dopo la sosta - non presentarsi al successivo impegno casalingo contro il Napoli in posizione troppo scomoda.
Nelle ultime partite, Inzaghi è stato molto bravo nel ruotare i giocatori e assistito dalla sorte per quanto riguarda gl'infortuni. Così stasera può scegliere l'Inter che vuole. Correa e Sanchez sono di buon umore e in ottima condizione, ma ovviamente in attacco giocano Dzeko e Martinez (a secco dal 2 ottobre, ma già 3 gol in 5 derby). Un dubbio in mezzo al campo, dove il titolare Calhanoglu potrebbe essere bruciato da Vidal (grande merito di Inzaghi e del suo staff averlo recuperato). Giocasse il cileno, rischierebbe qualcosa Bastoni, cui potrebbe essere preferito Dimarco (meno bravo di testa, ma col sinistro ideale per angoli e punizioni).
L'ex veronese sarà il prossimo nerazzurro a rinnovare il contratto (dal 2023 al 2025), con adeguamento economico (da 0,5 a 2 milioni), mentre resta in stallo la questione Brozovic (stasera al 12° derby, meglio di lui nell'Inter solo Handanovic 33 e Perisic 13).
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