Caro Calhanoglu, lei passa per il cocco di Gattuso: è proprio così?
«Ho sempre avuto eccellenti rapporti con tutti gli allenatori incontrati lungo la mia carriera. È così anche con Gattuso il quale però non mi tratta in un modo diverso rispetto a tutti gli altri esponenti del Milan. C'è tra di noi un rispetto reciproco. Inoltre c'è un ultimo aspetto da valutare. In uno spogliatoio la comunicazione tra tecnico e calciatori è fondamentale e a Milanello funziona».
Passiamo al suo lavoro: meglio da centrocampista o da attaccante esterno?
«Dipende sempre dalle scelte dell'allenatore: io mi adatto e mi adeguo, ricoprendo il ruolo richiesto. Se c'è bisogno, vado anche a destra e se per caso c'è qualcuno più in forma di me mi siedo in panchina come è già capitato».
Nel suo curriculum stagionale c'è un numero molto basso: un gol appena...
«Io non avverto questa pressione, la necessità di dover fare gol a tutti i costi. Nella mia concezione calcistica non c'è posto per l'egoismo. Inoltre considerando la differenza tra i miei numeri nel campionato tedesco e quelli italiani, c'è da considerare un dato spesso trascurato: durante le partite, mediamente, percorro una distanza tra 12 e 13 chilometri».
Quale differenza c'è tra il campionato tedesco e quello italiano?
«In Germania giocavo soprattutto per l'attacco. Per questo ho segnato di più, tiravo anche tutte le punizioni e qualcosa di buono ho raccolto. In Italia l'aspetto tattico è molto importante e devo perciò adattarmi al nuovo sistema di gioco».
Nel mese di gennaio, durante la sessione invernale del mercato, sono circolate molte indiscrezioni su una sua possibile cessione: erano voci o c'era qualcosa di concreto?
«Bisognerebbe chiederlo al mio agente».
Mi dia il numero che lo chiamo al volo
«Sono sincero: lavoro per il Milan e sono felice di essere qui ma so anche che ci sono stati dei club che mi hanno cercato».
All'andata si è visto il peggior Milan della stagione: rinunciatario, beffato da Icardi nel finale...
«Questa sarà un'altra partita e un'altra storia. Sappiamo anche che sarà durissima: giocheremo in casa e avremo il sostegno del nostro pubblico eppure dovremo dare il 150% per riuscire a piegare l'Inter».
A proposito: è una buona notizia per il Milan l'assenza di Icardi?
«Non conosco la questione, non posso esprimermi né voglio entrare in argomenti che riguardano altri club».
Allora ci dica almeno qual è secondo Calhanoglu l'interista più temibile...
«Politano».
A dicembre il Milan era a meno 8 dall'Inter. Adesso è arrivato a più uno. Cos'è cambiato da allora?
«La strada è ancora lunga, dobbiamo avere tutti in testa l'idea fissa di arrivarci».
È d'accordo sul fatto che tutti i pronostici, per il derby, sono favorevoli al Milan?
«Favoriti no, siamo in un buon periodo, stiamo bene questo sì».
E vi state avvicinando al Napoli...
«È ancora lungo il cammino che deve portarci a conquistare un posto in Champions league. Più vicini saremo al Napoli e meglio sarà per tutti noi».
Vista la magica serata della Juve?
«Ci arriveremo a vivere una serata da Champions, siamo vicini a riprendere posto nella coppa che manca da tanto tempo».
Con chi ha legato qui a Milanello?
«A dire il vero il clima che c'è tra di noi è molto simile a quello di una famiglia, come si può vedere anche attraverso i social e i media. Con Bakayoko, che considero la sorpresa della stagione, ho legato di più. Quando è arrivato è stato criticato, adesso non fanno altro che applaudirlo».
Cosa non ha funzionato tra Higuain e il Milan?
«Non saprei dire: non si può dare la responsabilità a lui o al Milan. Certe stagioni nascono così».
Piatek e Paquetà invece si sono inseriti subito
«Hanno fatto valere le loro grandi qualità e sono stati aiutati da tutti noi».
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