Firenze Nel calcio della fiction, dei gesti di plastica ed esultanze imbarazzanti, c'è ancora spazio per una foto di famiglia, quelle in bianco e nero di tanto tempo fa. Lo scatto è stato immortalato al minuto 11 della ripresa di Fiorentina-Spal, gol del 3-0, firma definitiva sulla gara. Federico Chiesa ha segnato sotto la Fiesole, ma stavolta improvvisamente si è voltato e ha cominciato a correre verso la panchina viola. «È stata una sorpresa anche per noi - ci racconta mamma Francesca - abbiamo detto, ma chi va a cercare... Poi abbiamo scoperto che lì, accanto alla panchina, c'era il nostro cucciolo, Lorenzo, il più piccolo di casa. Federico dopo il gol lo ha cercato con lo sguardo e quando lo ha trovato...». Il Franchi si è commosso insieme ai Chiesa, presenti allo stadio, perché quell'abbraccio non era uno spot televisivo, ma l'istantanea della normalità.
I fratelli si sono stretti in un caldo abbraccio e forse il più emozionato è sembrato proprio Lorenzo: «È proprio così - sorride Francesca - ma poi si è comportato come un soldatino, rimanendo al suo posto, composto, disciplinato, normale. Per noi la normalità è una regola ferrea. Però è stato stupendo vederli insieme».
I Chiesa sono cinque e legatissimi, famiglia vecchio stampo. Eppure loro convivono con popolarità, successo e solidità economica da sempre, ciò nonostante nessuna deroga agli eccessi. È stato così per Enrico, straordinaria seconda punta del nostro campionato e della Nazionale, con un finale di carriera da attaccante centrale. In tutto 599 presenze da professionista e 216 gol realizzati. Molti in serie A con le maglie di Samp, Parma, Fiorentina, Lazio e Siena. In bacheca una Coppa Uefa e 2 coppe Italia. I suoi cross sono diventati leggenda, chiedere anche a Batistuta per conoscenza. Enrico e Francesca sono genovesi e coetanei, «Io di Levante - dice la moglie - e lui di Ponente. Ci conosciamo da adolescenti». Da questo amore da tempo delle mele sono nati Federico, 21enne, diamante pregiato del nostro pallone, Adriana 18enne, al primo anno di Università ad Economia e Lorenzo, classe 2004. A Firenze lo chiamano Chiesino perché in riva all'Arno il soprannome è una targa. In casa nessuno vuole commentare, ma gli osservatori dei vivai raccontano che abbia il sinistro del padre, molto tecnico, con un carattere diverso da Federico. Le scommesse sul domani radioso di Chiesino sono già partite. «Il legame tra i due - spiega Francesca - è molto stretto, ancora di più da quando Federico è diventato adulto, ha un grande senso di protezione. Così come con Adriana, sono davvero tre fratelli coesi».
Lorenzo è cresciuto nella stessa società fiorentina, la Settiganese, che ha dato i natali calcistici a Federico e anche a Tonelli, attuale centrale della Samp. Da questa stagione gioca nel settore giovanile viola dove è arrivato, sia chiaro, per meriti tecnici. «È successo così tutto in fretta - dice Francesca - Lorenzo ha cominciato da poco a fare il raccattapalle, ecco perché l'esultanza di sabato sera è stata una bella sorpresa. Io sono abituata al pallone, è sempre rotolato in casa nostra. Aver accompagnato la carriera di Enrico, nella sua crescita di uomo e calciatore, mi ha donato una grande felicità, ma quando ci sono di mezzo i figli sono emozioni diverse, molto più intense. Direi che diversa è anche la consapevolezza dopo tanta dedizione e sacrificio. Ma ieri come oggi io vivo tutto di riflesso, sto nell'ombra, loro sono i protagonisti, è giusto che sia così».
Enrico è la stella polare di Federico, segue la carriera del figlio in ogni dettaglio, i suoi consigli sono il petrolio di un
ragazzo che vale già 70 milioni di euro. Francesca è la guida in tutto il resto a cominciare dalla scuola: i ragazzi hanno studiato e studieranno ancora tanto. Perché la normalità viene prima di tutto, anche del pallone.
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