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Italia e Inghilterra si sono scambiati i premier: Draghi è molto british, Johnson molto paisà

Algido ed elegante il nostro capo del governo, sanguigno ed eccessivo il loro

Italia e Inghilterra si sono scambiati i premier: Draghi è molto british, Johnson molto paisà

«Siamo fuori di testa ma diversi da loro», cantano i Maneskin che, guarda caso, stanno scalando le classifiche proprio nel Regno Unito. Ora, chi sia più fuori di testa è tutto da stabilire ma che noi siamo diversi da loro è un dato di fatto. Noi italiani, loro inglesi. Diversi in quasi tutto al di là di stereotipi che, molto spesso, sono più veri di quanto ci piaccia ammettere.

Loro ordinati, noi casinisti. Vero. Come il rispetto delle file: guai a passare davanti a qualcuno in coda a Londra e dintorni. Se lo si fa da Trieste in giù, al massimo qualcuno potrebbe guardarti storto. Ma solo perché non ci ha pensato per primo. E se per caso vi capitasse di andare in una qualsiasi banca londinese per una banalissima operazione sgranereste gli occhi. Tempo 3 minuti al massimo e un solerte impiegato verrà a scusarsi con voi per l'attesa, per poi facilitarvi l'operazione e lasciarvi liberi in un amen. Già, proprio come una normalissima coda alle poste di casa nostra, dove bisogna mettere in conto qualche ora di permesso per cavarsela. Eppure il loro premier, scapigliato e casinaro, sembra più dei nostri che dei loro. Mentre il nostro SuperMario è quanto di più british si possa essere, nei modi e nei toni. Vabbè, per una volta non ci facciamo riconoscere.

Ma lo ha fatto, di farsi riconoscere, qualsiasi turista sotto il Big Ben in inverno. Gli autoctoni vestiti come noi in Riviera a metà primavera. Anche con il gelo. Anche nella neve. Bambini inclusi. Non patiscono niente. Abbigliamento dell'italiano in trasferta: canotta felpata, maglia termica maglione spesso 4 dita, giaccone artico, sciarpa, guanti, cappello di lana che quando entri nella tube parte uno spogliarello ai limiti della decenza. Però va anche detto che il britannico tipo non ha alcun senso per la moda come anche il meno elegante tricolore può avere. L'inglese non si veste: mette qualcosa indosso. Roba che spiccheremmo facile anche in pigiama. E diciamolo: abituate a quello stile per nulla stiloso che si ritrovano davanti tutti i giorni, le fanciulle d'Oltremanica ci guardano come fossimo tutti figli di Armani. E i maschietti rosicano, of course. E si consolano gonfiandosi di birra mezza annacquata quasi come fosse un rito imprescindibile. Giù pinte su pinte dalle 18 del venerdì fino alla fine del weekend, salvo poi tornare impeccabili e seriosi al lunedì mattina. Mentre noi, sorseggiando un bicchiere di buon vino il sabato sera, il lunedì mattina siamo ancora storditi e già di pessimo umore. D'altra parte, basta vedere cosa e come mangiano per giustificare il loro bereperdimenticare.

Educazione, cibo, bevande, stile, abitudini. Pure la guida dalla parte opposta. Siamo diversi, non c'è niente da fare. E cerchiamo di rimarcare la nostra diversità anche con la palla tra i piedi. Con orgoglio. A testa alta. Maestri loro? C'mon... Si tengano i loro complessi di superiorità. Noi teniamoci le nostre solide certezze.

E a Wembley, facciamoli andare davvero fuori di testa.

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