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Italia, con i francesi è la quarta umiliazione di fila

Il capitano Parisse segna una meta che tiene a galla i suoi. Ma nella ripresa i galletti dilagano

Paolo Bugatto

L'illusione dura il tempo della meta di Parisse. Incanta il capitano: regala un paio di perle nei dieci minuti in cui si vede l'Italia migliore. E invece nel giorno in cui l'Inghilterra mette le mani sul secondo Sei Nazioni dell'era Eddie Jones, l'Italia non va oltre la solita sconfitta. Contro la Francia arriva la quarta di fila. E il tema è lo stesso: gli azzurri partono bene ma finiscono per cedere alla distanza. È lo stesso copione visto contro il Galles, l'Irlanda e l'Inghilterra solo che contro la Francia il placcaggio si trasforma in un optional e contro i talenti transalpini non te lo puoi permettere. Ci mettono poco i francesi a prendere le misure. Superiori sul piano fisico, anche le novità introdotte sulle fasi di conquista non portano all'Italia i risultati sperati. La Francia capitalizza sull'asse Serin-Picamoles e alla prima accelerazione passano con Fickou. Una meta da raccontare ai nipotini, con il mediano di Bordeaux che innesca una corsa da ottanta metri che lascia gli azzurri alla finestra. Per l'Italia è anche questione di disciplina con Lopez quasi perfetto sui calci che l'Italia gli lascia tra i piedi. All'Olimpico non c'è spazio per la tattica, il monologo è tutto francese con i padroni di casa che fanno quello che possono ma che pian piano perdono di lucidità. Il match potrebbe cambiare quando la moviola cancella dal taccuino dell'arbitro la bella meta firmata da Giorgio Bronzini. Poi sempre nella ripresa arrivano le mete di Vakatawa, Picamoles e Dulin, punto di bonus e missione compiuta per i ragazzi di Noves. Per gli azzurri diventa notte fonda. Chiudiamo con la meta di Esposito, ultimo sigillo di una sfida che non lascia spazio all'ottimismo davanti ai 51.777 del pomeriggio romano. Il mantra di O'Shea resta quello della strada lunga e tutta in salita tra franchigie da ripensare e giocatori da abituare a tutti gli ottanta minuti. Tra sette giorni toccherà alla Scozia, nella solita sfida per allontanare il cucchiaio di legno dalla stanza dei trofei. Gli highlanders hanno già messo in fila due vittorie contro Irlanda e Galles. Per definizione, nel rugby non ci si accontenta soprattutto dopo essere usciti a testa bassa dal calvario di Twickenham (61-21) nella partita che ha assegnato il titolo ai bianchi della rosa.

Lo stesso dicasi per Parisse e compagni.

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