Un'Italia quasi da record. È appena calato il sipario sugli Europei di Londra ed è già ora di tracciare dei bilanci. È stata una rassegna, quella del nuoto di corsia, quasi da primato. Nell'ultima giornata altre due medaglie, l'argento della 4x100 mista femminile (maschi squalificati, ma erano finiti quarti) e il bronzo di Federico Turrini nei 400 misti. Due podi che hanno arricchito un bottino totale di 17 medaglie (5 ori, 7 argenti, 5 bronzi), solo una in meno dell'edizione record di Debrecen 2012, seppur migliore di quella Berlino di due anni fa.
«Abbiamo dimostrato una continuità e una crescita in Europa che va al di là delle medaglie», il commento del direttore tecnico Cesare Butini, il quale si dice «soddisfatto della prestazione di tutti gli atleti e dei giovani, a testimonianza del lavoro di ringiovanimento della Nazionale anche in vista del prossimo quadriennio». Conferma di ciò è il primo posto raggiunto nella classifica a punti per nazioni, che conta il numero dei finalisti di ogni singolo paese. «È stato un Europeo che ha dato segnali forti, come le conferme di Paltrinieri e Pellegrini, l'esplosione di Dotto e di Detti, fondamentali per la qualificazione della 4x200 sl». È invece sconosciuta la ragione per cui, in campo internazionale, a strabilianti prestazioni della staffetta degli uomini si contrappongano deludenti performance nella 4x200 femminile, vice-campione del mondo e potenzialmente da medaglia olimpica, fermatasi alla quinta piazza. «Agli Assoluti c'erano già state le prime avvisaglie delle difficoltà delle ragazze. Per questo andremo in altura e terremo la situazione sotto controllo».
D'altro canto è anche vero che il risultato negativo del quartetto rosa ha permesso di rivedere all'opera la Pellegrini nei suoi amati 200 stile libero, una gara vinta di cattiveria all'ultima bracciata e dove si è imposta per la quarta volta consecutiva (come nessuno). Che altro dire di Greg, l'unico nuotatore in grado di stabilire a Londra il record europeo dei 1500 sl, la seconda prestazione di sempre che lo lancia prepotentemente verso la gloria.
Quella a cui aspirano Detti e Dotto, che condividono oltre la consonanza del cognome l'oro europeo: il primo nei 400 sl, il secondo nei 100. Dunque i risultati dell'Acquatics Centre di questi giorni non lasciano spazio ad alcun dubbio: a Rio ci sarà da leccarsi i baffi.
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