"Jacobs e Tamberi, la mia Italia più forte. Non ci sarò a Tokyo, ma quanto affetto"

Il telecronista Rai Franco Bragagna e la petizione per averlo ai Mondiali

"Jacobs e Tamberi, la mia Italia più forte. Non ci sarò a Tokyo, ma quanto affetto"
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Quell'urlo di Franco Bragagna entrato nelle case italiane resta ancora vivo. Tutto valido stavolta, è una buona partenza. Marcell Jacobs parte, Marcell Jacobs va, Marcell Jacobs va, Marcellooo, Marcellooo! Sei campione olimpico! Signore mio, cosa hai combinato stasera, un primo d'agosto in cui hai messo insieme questo menù. Si torna a Tokyo, per i Mondiali al via domani notte, nello stadio in cui la nostra atletica ha vissuto i 13 minuti più esaltanti con i due ori di Tamberi e Jacobs. Quell'abbraccio simbolico, visto da 7 milioni di persone (quasi un telespettatore su due era sintonizzato sulla loro gara) ha legato tutto il Paese in una fase delicata come quella in piena era Covid. Stavolta non ci sarà in telecronaca il cantore dell'atletica per la Rai, che lo ha messo in ferie forzate prima della pensione, nonostante sia partita una raccolta firma da parte del suo fan club perché potesse commentare per un'ultima volta il Mondiale.

Franco, sul web c'è chi la vuole di nuovo a Tokyo.

"Non sono uno da petizioni, anzi mi mette un po' in imbarazzo: ho il timore che mi possa far apparire un po' patetico. Ma mi fa piacere quest'ondata di affetto".

Quando iniziò a commentare?

"Cominciai nel 93. Dovetti saltare solo il Mondiale 2011: ebbi un problema di pressione e non potei andare in Corea".

Torniamo a quel 1° agosto 2021.

"A posteriori dico che era più prevedibile un oro di Jacobs che di Tamberi. Gimbo me l'aspettavo sul podio, ma non vincitore".

Si rese conto di vivere un'atmosfera magica?

"Era ed è la squadra più forte di sempre, più di quella dei tempi di Mennea e Simeoni. L'atletica italiana fu capace di riorganizzarsi dal Covid in maniera straordinaria".

Il rinvio di un anno fu decisivo?

"Sì, un anno prima Jacobs e Tamberi non erano quelli visti poi a Tokyo. Impossibile pronosticare l'oro della 4x100. Più plausibile invece che Stano o Palmisano potessero vincere nella marcia".

Una staffetta passata dall'oro allo spionaggio. Potrà tornare il sereno?

"Credo che Filippo, che non mi pare in forma, davvero non sapesse nulla del fratello. Ma certo nel villaggio olimpico c'era del rosicamento fra i Tortu dopo il successo di Jacobs".

Come vede quest'Italia per i Mondiali?

"Novanta convocati sono troppi".

Un pronostico sulla spedizione?

"Da una a sette medaglie. La rinuncia di Stano è stata notizia terribile, due medaglie (forse d'oro) che se ne sono andate... Tenendo presente che Palmisano, Furlani, Fabbri, Iapichino e Diaz potrebbero anche vincere l'oro, ma pure finire quarti per pochi centimetri o centesimi. Idem Battocletti che potrebbe finire due volte sul podio oppure arrivare quarta e non sarebbero brutte gare...".

Nelle sue telecronache c'erano anche lezioni di cultura e di lingua: come quando diceva Iotebori al posto di Goteborg.

"Li chiamo tic nervosi relativi alle pronunce. Essendo una persona di confine sono attento a come una parola si dice in maniera corretta".

Tre colleghi a cui si è ispirato?

"Giampaolo Ormezzano, Rino Tommasi e Bruno Pizzul".

La telecronaca più bella?

"L'oro mondiale di Fabrizio Mori sui 400 ostacoli a Siviglia 1999. Rino Icardi la definì la telecronaca ideale. Poi un'altra fu la famosa vittoria di Steven Bradbury a Salt Lake City nello short track".

Lo sportivo che l'ha fatta emozionare di più?

"Bolt. È il più grande di sempre".

E in attività?

"Mondo Duplantis".

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