"Jannik, Lorenzo, Flavio e l'erba mai così tricolore"

L'ex tennista, coach ora opinionista tv Vincenzo Zantopadre: "Sinner re sul verde, Cobolli cresce, Sonego al top"

"Jannik, Lorenzo, Flavio e l'erba mai così tricolore"
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Vincenzo Santopadre una finale di Wimbledon l'ha vissuta nella tribuna dei coach, mentre Matteo Berrettini metteva in difficoltà Novak Djokovic uscendo a testa alta dalla prima volta in cui il tennis italiano di giocava il titolo nel Tempio. Oggi, diventato anche apprezzato opinionista Tv, è sceso di nuovo in campo per dare una mano a Lorenzo Sonego, e non è un caso allora che nello storico trio azzurro arrivato agli ottavi di finale sull'erba londinese ci sia anche Lollo, oltre a Jannik Sinner e Flavio Cobolli. Tutti in campo oggi per continuare a vivere un sogno.

Allora Vincenzo, cominciamo da Jannik?

"Molti pensano abbia avuto un percorso semplice fin qui, ma la verità è che l'ha reso semplice lui. Sull'erba è a suo agio, aldilà della sua forza mentale per due motivi: su questa superficie si sa muovere molto bene e ha fatto notevoli miglioramenti nel servizio rispetto a Parigi".

Wimbledon è il suo giardino

"Qui riesce sempre a impattare la palla a un'altezza che a lui piace: i colpi filano diretti e per gli avversari è difficile rispondere. Diciamo che fa sembrare gli altri ancora meno forti di quello che non sono".

Poi c'è Cobolli.

"Flavio ha capacità eccezionali e le sta finalmente mettendo in pratica. I giovani hanno dei normali alti e bassi, però la recente vittoria ad Amburgo gli ha fatto fare un salto in avanti. E infatti qui non ha ancora perso un set".

Quali sono le sue qualità?

"Soprattutto mentali: è un ragazzo ancora molto puro e sereno. Gli piace giocare a tennis e vive con serenità anche il lavoro che serve per salire in alto. Sul campo si muove benissimo e si esalta nei momenti importanti con grande freddezza. Però è anche romano, italiano, e dunque passionale".

Con Cilic, quindi?

"Se la gioca: l'altro ha esperienza e un grandissimo servizio. Io però credo in un match alla pari".

Arriviamo a Sonego...

"Finora ha disputato tre partite di livello, frutto del lavoro che sta facendo. Con lui non è mai finita, anche Shelton lo sa: sarà un match decisamente difficile contro un mancino che e serve molto bene, però lo conosce bene perché lo ha affrontato nei due Slam precedenti. Perdendo, però stando sempre in partita".

Che consiglio gli dà Santopadre coach?

"Deve insistere sulle cose che ha fatto bene contro di lui nelle altre sfide e su quelle che ha fatto bene finora su questi campi. Shelton è un novello Top 10, ma Lorenzo ha tutte le carte in regola per giocarsela alla pari. A Parigi, in fondo, l'americano quasi ci ha lasciato le penne".

A Wimbledon è esploso il tema dei tennisti, diciamo, esauriti.

"Il circuito ormai è attivo tutto l'anno, sicuramente stare sempre in campo può provocare stress. Il problema vero è che molti di questi ragazzi non sono strutturati a gestirlo: ci vogliono le persone giuste vicino, la soluzione va cercata in particolari ben più profondi. Mi riferisco ai valori che vengono trasmessi, a cose più importanti del tennis".

E poi in fondo Jannik dice che nessuno è obbligato a giocare tutti i tornei.

"Ecco: su questo sono completamente d'accordo con lui".

Tornando al campo: delusione Paolini?

"Penso sia opportuno mantenere l'equilibrio nei giudizi. Lo scorso anno è stato eccezionale per lei, c'è quindi il problema di confermarsi e non è facile: deve avere il tempo di metabolizzare, adattarsi e riadattarsi a tante cose. Detto questo, sta vivendo un momento di difficoltà, però ha l'età e le competenze per tirarsene fuori".

Infine: tutti parlano di Sinner e di Alcaraz, ma non è che ci si dimentica di Djokovic?

"Mi sa di sì. È vero: c'è quella quindicina di anni di differenza con Jannik e Carlos che conta, ma conta anche l'esperienza in più. Novak è sicuramente ancora pericoloso per Sinner, ma ancor di più per Alcaraz".

Può vincere lo Slam numero 25 insomma?

"Sa quello che deve fare, conosce bene le situazioni e come gestire i momenti dei match. Secondo me sull'erba è il giocatore più forte tatticamente: per cui...".

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