Juve, Agnelli immolato. E il giustizialismo

Nessuna solidarietà dei tifosi alla vecchia dirigenza. Rottura definitiva

Juve, Agnelli immolato. E il giustizialismo
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Sembra che questa terz'ultima giornata della serie A sia un asterisco a parte. D'accordo, c'è la corsa per un posto nelle prossime coppe europee, le due romane, il Milan e l'Inter per l'appunto, c'è il solito affanno di chi non vuole retrocedere e all'ora di pranzo Lecce-Spezia potrebbe dare già un verdetto ma al centro di tutto c'è il lunedì 22 maggio, giorno riservato all'ultima parola della commissione di appello federale sulla Juventus e il caso delle plusvalenze. Perché domani tutti conosceranno la nuova classifica, risultato della penalizzazione afflittiva della Juventus che, nel giro di qualche ora, scivolerebbe dal 2° posto a chissà dove, fuori dal succitato giro delle coppe, con un verdetto che definisco ridicolo per tempi e circostanze.

La proposta avanzata dal nostro Giornale di una retrocessione della squadra bianconera non è soltanto provocatoria ma non è certo figlia di odio e rancore, come civilmente sostiene o sospetta uno dei nostri lettori. I giornalisti esprimono opinioni, la reazione dei tifosi bianconeri dovrebbe essere rivolta non alla stampa ma a chi ha portato un glorioso club a questo epilogo fallimentare, sia sotto il profilo tecnico (due stagioni senza un solo trofeo) sia sotto il profilo contabile. Le responsabilità sono evidenti e non riguardano esclusivamente la Juventus ma il sistema calcio, sbandato nei conti, costretto a stilare bilanci non del tutto chiari, salvato però da giudici compiacenti che si sono concentrati sulle malefatte bianconere, mettendo da parte la stessa fame di giustizia per il resto della serie A. Il calcio italiano lucida lo stemma con tre squadre nelle tre finali Uefa ma, in contemporanea, è una gravissima crisi debitoria, la sostenibilità è un sostantivo fermo alla propaganda, la federcalcio avrebbe dovuto intervenire alla fonte, con il massimo della severità e non farsi trascinare in questa commedia dell'assurdo dinanzi alla quale tutta la giustizia sportiva esce sconfitta.

Ecco perché la decisione della corte di appello non risolverà le questioni, affonderà la Juventus per meri fini di iscrizione Uefa, non sarà giustizia ma giustizialismo. Qualunque sia il verdetto, sarà oggetto di critiche e approvazione, secondo tifo e non scienza giuridica ma non è serio che a tre giornate dal termine la classifica sia ancora virtuale, in attesa che il secondo processo possa trasferire altre punizioni al prossimo campionato.

Le tricoteuses sferruzzano sotto la ghigliottina della Caf, il popolo bianconero sente aria di bruciato ma non ha rivolto una sola parola di solidarietà alla vecchia dirigenza, pur guidata da un Agnelli. È un ulteriore segnale di come sia cambiata la storia della Juventus. E come, domani, cambierà la cronaca di questo campionato.

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