TorinoPrima di ballare (con le stelle, in tv), Fabio Quagliarella non si è nascosto: «La Juve ha uno dei centrocampi più forti d'Europa, non abbiamo niente da invidiare neppure al Barcellona. Non credo Pirlo vada via a giugno. Il suo carisma è fondamentale per la nostra squadra: è un fenomeno. Pogba? Un fenomeno pure lui: ha forza fisica e tecnica. Ha tutto». Mino Raiola ovviamente concorda: «Paul è il miglior giocatore della sua età al mondo. Ibrahimovic insegna che si può sempre migliorare, anche a 32 anni. Se Pogba ne ha venti, figuriamoci che gioie può ancora darci. Quanto vale? So che è come un Monet, il valore c'è e tanto basta. Lui all'asta? I grandi quadri sono già dei grandi collezionisti. Dopo di che, se li vogliono vendere li vendono, se non li vogliono vendere non li vendono».
Ecco: "uno dei centrocampi più forti d'Europa" rischia di qui a qualche mese di essere vittima di dubbi amletici. Quelli di Pirlo e, se non di Pogba in persona («a Torino sto benissimo», ha ribadito più volte), del suo onnivoro agente. Il quale però stavolta potrebbe anche avere interesse affinché il suo assistito sigli il rinnovo: in caso di firma del Polpo Paul (al momento, in scadenza nel 2016), Raiola riceverà infatti un bonus di 1,5 milioni di euro e pare già discreta cifra, sufficiente forse per calmarne gli appetiti. Nel frattempo, Pogba continua a fare il fenomeno e anche nel ko della Francia in terra ucraina (0-2, martedì il ritorno) è stato il migliore dei suoi.
Su Pirlo (in scadenza) non c'è invece procuratore che tenga: decide lui, punto e basta. «C'è tutta la stagione per parlare del mio futuro, vedremo. Sono ottimista, ma io voglio continuare a giocare perché sto bene e mi diverto. Non so se sarà nella Juventus o in un'altra squadra. Non ho preclusioni per niente e per nessuno». Apriti cielo? Non proprio. Perché Agnelli e Marotta hanno testimoniato più volte la propria stima e altrettanta disponibilità nei confronti del numero 21, il quale a 34 anni suonati vorrebbe sì un biennale ma soprattutto la semi-certezza di essere titolare. Con Conte qualche scambio di idee c'è stato e il tecnico ha anche introdotto la regola del ci si ferma tutti in panchina, dopo essere stato sostituiti quando proprio il centrocampista bresciano si era infilato negli spogliatoi senza aspettare la fine del match insieme agli altri compagni: difficile però immaginare che il tecnico bianconero - ammesso che resti tale - rinunci a cuor leggero al solo italiano presente nella lista finale dei pretendenti al Pallone d'Oro.
Se ne parlerà presto, insomma.
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