Fare di più era impossibile». Se un allenatore, cioè Giovanni Martusciello dell’Empoli, commenta così una sconfitta, significa che di fronte si è trovato una squadraillegale. Ierii toscani hanno affrontato la Juventus. Per un’ora hanno tenuto botta, poi sono bastati cinque minuti di tango in HD: Dybala l’ha sbloccata, Higuain l’ha chiusa con una doppietta. Più tardi da Bergamo è arrivata la caduta del Napoli che ha lanciato la Signora nella primafuga del campionato: più quattro e saluti alla compagnia. Quindi è iniziata la fiera dell’avevamo detto all’insegna di «Juve troppo forte» e «campionato già chiuso». L’equilibrio di giudizio, questo sconosciuto. Comunque il primo solco la squadra di Massiliano Allegri lo scava in trasferta: nove punti contro i cinque del Napoli in quattro viaggilontano da casa a testa. Sarri si è lamentato, ancora, del campo di Bergamo, ma anche quello di Empoli era scivoloso. La differenza è nella capacità della Signora di vincere le partite «sporche», quelle che ti si complicano contro un avversario nettamente inferiore. Come quella di Palermo sette giorni fa. Ma anche come quella di Empoli ieri. Giocata comunque meglio rispetto all’esibizione in Sicilia. In crescita i bianconeri, ma soprattuttomiglioranoi singoli: Higuain ha dimenticato la pancia confermando una clamorosa fame di vittorie e gol. Viaggia alla media di un gol all’ora. Non solo, anche sacrificio per la squadra. Dybala si è sbloccato pure in serie A dopo averlo fatto in Champions a Zagabria. E poi c’è Pjanic che, confermato nel ruolo di mezzala sinistra, che poi è il suo naturale, disputa un’altra provaimpeccabile dopo quella in terra croata. Ovvio che se iniziano a girare gliinterpreti tutto diventa piùfacile per una squadra che Allegri sta plasmando soprattutto nella gestione della gara. «Non può esserci una delusione fuori dal normale se all’intervallo non si vince tre a zero...». Non era una frase detta a caso, ma un messaggio al gruppo. È successo anche ieri di essere bloccati dopo 45’ colpa anche di due clamorosi errori di Khedira, traversa da due passi, e Cuadrado, titolare per la prima volta. Però la Juve ha avuto la pazienza di aspettare consapevole di avere davanti due che prima o poiil gollo trovano. Higuain e Dybala si sono avvicinati un pochino, ma Allegri dice: «Fa ancora caldo, magari quando farà freddo staranno più vicini...». E la terza partita di fila senza subire reti è un segnale al resto della compagnia: Buffon ha subito praticamente un tiro in porta. Fargli gol è un’impresa. E ormai il processo di trasformazione della difesa è avvenuto: la linea a tre è sempre più allargata a quattro. Anche ieri si è visto e Allegri ha confermato. È parte di un processo di europeizzazione del gioco che parte dalla finale di Berlino con il Barcellona. «Da quella partita la Juve ha cambiato sedici giocatori, e qui c’erano in campo solo tre superstiti...», ha detto l’allenatore bianconero. E anche queste non sono parole casuali. Perché giustificano un gioco che migliora con il passare delle partite, ma ancora non impressiona per fluidità e spettacolarità. Però alla fine «conta vincere» e così Max liquida anche le critiche a prescindere sul suo conto: «Ognuno la pensa a suo modo... Nella vita ci si laurea poi qualcuno diventa un dottore che opera a cuore aperto, altri medici della mutua...». Non ha spiegato trasportando l’esempio sul piano del pallone a quale categoria appartenga, ma di certo ieri è stato chirurgico con il cambio Khedira-Lemina, che avrà anche mandato su tutte le furie il tedesco («era arrabbiato per il gol sbagliato...» la battuta), ma l’ha aiutato a vincere la partita («Mario è entrato in tutti e tre i gol...»).
Vittoria che significadieci punti in più rispetto alla tragica partenza della passata stagione. E così la Juve va alla sosta in testa con quattro lunghezze di vantaggio. «Fare di più era impossibile». Forse vale anche per la Signora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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