C'è un dato che fotografa la stagione della Juventus. Quarantadue gol subiti in quarantacinque partite ufficiali disputate tra campionato, Champions, coppa Italia e supercoppa. Troppi per una squadra che da sempre ha fondato la sua forza sulla solidità difensiva. Che si tratti di blackout stile Milan piuttosto che di amnesie, c'è un difetto originale nella squadra di Sarri. In campionato, dove rispetto all'anno scorso sono dieci i gol in più subiti dopo 32 giornate, i bianconeri non hanno mai tenuto chiuso la porta per più di due partite di fila. È come se si fosse profanato il dna della squadra. Possono esserci giustificazioni, ma non possono bastare. Come gli evidenti difetti di costruzione della squadra. Come il fatto che i due centrali marcatori si siano rotti il legamento crociato del ginocchio: Demiral e Chiellini. Ma di fronte allo strapotere dell'Atalanta poco sarebbe cambiato. Perché c'è stato un errore grossolano di interpretazione. La squadra ha continuato a insistere nell'uscire dalla pressione avversaria con il palleggio e la palla addosso a Dybala che ha indugiato troppo come in occasione del primo vantaggio nerazzurro, ma anche sul secondo gol Bentancur ha perso banalmente palla.
È evidente che Sarri sta cercando disperatamente di rimettere in forma tutta la rosa: con Rabiot, uno dei più discussi, l'operazione sembra a buon punto, con Bernardeschi invece è come essere sulle montagne russe talmente è indecifrabile. Da Alex Sandro a Ramsey fino a Higuain, giocatori indispensabili per pensare di avere un futuro nella Champions di agosto. In queste condizioni e con questa difesa difficilmente la Juventus potrebbe pensare di andare lontano.
Anche perché la sfida contro l'Atalanta ha ribaltato una delle convinzioni granitiche maturate durante il lockdown: nessuno ha la panchina lunga dei bianconeri. Invece non è così tra infortuni e squalifiche. Douglas Costa non spacca le partite come racconta Sarri, Higuain si trascina. L'altra sera Gasperini aveva ben altre armi a disposizione: il momentaneo due a uno l'hanno confezionato le riserve, assist di Muriel e gol di Malinovskyi. Anche nella rosa la Signora appare spuntata. E con il fiatone.
Ma la scelta di non rischiare Pjanic acciaccato in una sfida delicata come quella contro l'Atalanta, fa pensare che la Juventus sia disposta a rischiare qualcosa di più in un campionato comunque nelle proprie mani, per presentarsi al meglio in Champions. È la speranza dei tifosi, è una spiegazione plausibile, altrimenti c'è da preoccuparsi. Sarri per primo. Perché dopo il dentista Atalanta, l'aspetta il Sassuolo: il mal di testa è assicurato, basta ricordare l'andata.
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