E Supercoppa sia: Juventus contro Napoli, a Pechino (ore 14, diretta Rai Uno). Senza due signori che milioni di tifosi continuano ad amare e rimpiangere: Alessandro Del Piero da una parte, Ezequiel Lavezzi dall'altra. Diciannove stagioni in bianconero per il primo, cinque sotto il Vesuvio per il secondo: spezzato il cordone ombelicale, non resta che vedere l'effetto che fa. E applaudire la squadra che alzerà il primo trofeo stagionale, si spera al termine di una partita senza polemiche e strascichi. Intanto, senza lo squalificato Antonio Conte, la Juve sarà guidata in panchina da Massimo Carrera, assistente del tecnico e già difensore bianconero: «Non sono preoccupato - ha detto ieri - solo un po' emozionato e certamente orgoglioso. Siedo sulla panchina dei campioni d'Italia e sono convinto che i ragazzi mi metteranno a mio agio: dopo di che, frequento il mondo del calcio da quaranta anni e non ho paura». Poi, tanto per fare capire di avere la lingua tagliente anche lui, piazza una stilettata a Mazzarri: «Se dice che tutti copiano la sua difesa a tre, perché ha mandato due uomini a spiare il nostro allenamento?». Non male come incipit e del resto è diventata cronaca l'incursione (vietata) di un paio di osservatori del Napoli mandati a spiare qualcosa che non avrebbero potuto: le diplomazie societarie hanno poi ricomposto il fattaccio e comunque meglio questo che non la sindrome da accerchiamento di cui tanti tifosi juventini hanno sofferto e soffrono tuttora temendo un complotto della Figc. Adesso, arrivata la sentenza che rende disponibili Pepe e Bonucci, la tensione si è allentata un minimo pur se l'assenza in panchina di Conte rimane ed è pesante. «L'allenatore moderno è soprattutto un gestore del gruppo e lui, da questo punto di vista, ha fatto un lavoro straordinario - ha detto ieri Marotta -. Le partite sono come esami scolastici: conta soprattutto come ti sei preparato. E Conte sa preparare benissimo la sua squadra». Sembrano pensarla così anche le agenzie di scommesse, dal momento che rimane favorita sia per il match di oggi (2.25) che per il bis tricolore (2.35).
Avanti, allora. Per la seconda Supercoppa che si contenderanno Juve e Napoli: la prima, giocata il 1 settembre 1990, vide trionfare 5-1 il Napoli di Maradona (doppietta di Silenzi e Careca, gol di Crippa e rete della bandiera bianconera firmata Roberto Baggio) al cospetto di una Juve frastornata dall'arrivo di Maifredi. «I miei ex compagni devono vincere - ha detto nei giorni scorsi El Pocho Lavezzi, 188 presenze e 48 reti tra campionato e coppe -. Napoli resterà la mia seconda casa, ma è stato giusto andare via: era finito un ciclo e io volevo cambiare aria. Ma tiferò per loro, ovvio». Del Piero invece sarebbe rimasto volentieri, ma Agnelli ha deciso altrimenti e allora si è voltato pagina salutando il capitano di mille battaglie (705 partite, 289 gol) e altrettante vittorie: oggi peraltro nessun juventino indosserà il numero 10, visto che a Giovinco è stato dato il 12, Marchisio e Pirlo si sono tenuti rispettivamente l'8 e il 21, Vucinic è passato al 9 e Buffon non ha abbandonato l'1. «Giovinco sembra Del Piero», ha detto nei giorni scorsi Vucinic sbilanciandosi mica poco sulle qualità del Piccoletto. Il quale oggi potrebbe anche fare coppia con Matri, attaccante sempre con la valigia in mano ma che finora ha segnato spesso (un gol contro l'Hertha Berlino, due contro il Malaga) e volentieri, oltre ad avere già esultato cinque volte contro il Napoli: sarà una Juve senza il tanto agognato top player, «ma se l'anno scorso abbiamo vinto, tanto male non siamo», ha aggiunto Vucinic.
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