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Trapattoni: "Juve, rimonta possibile. E se arriva ai supplementari..."

L'ex tecnico del magico decennio bianconero ha anche allenato e vinto con il Bayern. "Il loro segreto? Una gestione societaria eccellente"

Trapattoni: "Juve, rimonta possibile. E se arriva ai supplementari..."

È uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio. Giovanni Trapattoni ha sollevato trofei ovunque, ha girato mezza Europa, tra club e Nazionali, sempre dando tutto se stesso per la squadra allenata. A poche ore dal ritorno dei quarti di finale di Champions tra Juventus e Bayern Monaco, lui, che con i bianconeri ha vissuto lo splendido decennio d'oro 1976-1986 e con i bavaresi in due anni ha vinto un campionato e due coppe, ha analizzato la super sfida, palesando fiducia nelle possibilità di rimonta della sua amata Vecchia Signora.

La Juve ha perso, giocando male, 2-0 all'Allianz. Che colpe ha Antonio Conte?
«Non credo si possa parlare di colpe per Antonio. E nemmeno di questione tattica. Il Bayern ha semplicemente mostrato una forza atletica e una caratura internazionale nettamente superiore alla Juve. Hanno giocato a ritmi folli, costringendo gli ospiti a difendersi e imponendo da subito la loro supremazia. Sono stati anche fortunati nel trovare l'immediato vantaggio».

Ma qualcuno nei bianconeri avrà anche sbagliato partita o no? Buffon ad esempio…
«Non scherziamo, non si discute Buffon. Le tante critiche piovute su Gigi sono ingiuste. Sul primo gol secondo me è tradito dalla deviazione, sul secondo poteva far meglio, ma ricordiamoci che ha anche fatto due belle parate. Per me Beckenbauer ha esagerato definendolo “pensionato” e poteva essere anche un po' più rispettoso. Lui ha giocato anni con Sepp Mayer, che era un grandissimo portiere, ma che qualche errore lo faceva. Non credo l'abbia mai definito “pensionato”».

Ma allora quali sono i segreti di questo Bayern? Come riescono i bavaresi ad essere sempre al top?
«Il merito è di una gestione societaria eccellente, di una pianificazione continua atta a prevedere il futuro, di una programmazione curata nei dettagli. Credono nei giovani, credono negli allenatori. Qualsiasi cosa, dal ritiro estivo alle trasferte, è studiato e monitorato. E poi le tre persone ai vertici, Rummenigge, Beckenbauer e Hoeness, sono tre grandi conoscitori di calcio. Sono stati loro a convincermi, venendo a casa mia, quando nel 1996 sono ritornato ad allenare il club tedesco».

Cosa ricorda di quell'esperienza a Monaco?
«Il primo anno al ritorno in Germania (1996-1997 - ndr) fu eccezionale, con la doppietta Bundesliga-coppa di lega tedesca, dopo aver ricostruito praticamente da zero la squadra. Al Bayern mi sentivo protetto e tutelato dalla società, la mia parola contava molto ed ebbi carta bianca su molte cose. La parte più dura è stata quella di modificare le abitudini di alcuni calciatori, che non facevano proprio una vita da professionisti».

Parliamoci chiaro: la Juve può rimontare la sconfitta dell'andata e qualificarsi alle semifinali?
«Io dico sempre “mai dire mai”. In questi giorni ho sentito troppa negatività e troppo scetticismo attorno alla squadra bianconera. Guardate che ha perso solo due a zero, non quattro. La rimonta è possibile e ve lo dice uno che in carriera ne ha fatte tante. Serve un gol nel primo tempo e la carica dello Stadium sarà fondamentale. Bianconeri aggressivi da subito, come il Bayern all'andata. Se la Juve va avanti 1-0 e poi sta attenta dietro, non è impossibile portare la sfida ai supplementari. Lì sarà più una battaglia di carattere e di nervi che di tecnica».

Su cosa deve puntare la squadra bianconera per mettere in difficoltà i bavaresi? Chi può essere decisivo?
«Partiamo dal presupposto che il Bayern è una squadra fortissima. Tutti nazionali, tutta gente che ha giocato decine e decine di sfide come queste, Robben, Ribery, Schweinsteiger: l'elite del calcio mondiale. Questi han giocato due finali di Champions negli ultimi tre anni. Ma con autostima, grinta e convinzione si possono battere, proprio come han fatto Inter e Chelsea nelle due finali. L'uomo in più per la Juve deve essere Vucinic. Si deve far perdonare dell'influenza dell'andata».

Peseranno le assenze degli squalificati Vidal e Lichtsteiner?
«Non credo. Sono due giocatori fondamentali, soprattutto per la personalità e l'agonismo che mettono in campo. Ma la Juventus ha tanti giocatori bravi, che possono trovare il gol e non far rimpiangere i due assenti».

Se la Juve fa l'impresa e passa, diventa una delle favorite per la vittoria?
«Da inizio competizione dico che la squadra di Conte ha il gioco e le qualità per poter vincere la Coppa.

Se passa, con la carica e l'entusiasmo della qualificazione, sapendo di aver eliminato un top club europeo come il Bayern, diventerà difficile da battere per tutti».

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