Roma - Il Roma-Juve della rivincita prometteva spettacolo e gol, ma tale promessa resta sulla carta almeno per 70 minuti. Nella notte dell'Olimpico brillano così solo la perla di Tevez su punizione il quindicesimo gol dell'Apache e il colpo di testa di Keita che rimette in equilibrio il match, ma che non può evitare il più che annunciato game over al campionato. L'anno scorso, di questi tempi, la Juve aveva lo stesso +9 di vantaggio sui giallorossi e sappiamo com'è andata a finire. Il poker di successi si direbbe quindi servito, ma senza la ciliegina del successo all'Olimpico che il colpo di Tevez stava per suggellare. La Roma gioca, più con la forza della disperazione che con un reale progetto tecnico-tattico, solo la parte finale del match, quando è in 10 uomini (il secondo giallo a Torosidis regala alla Juve il calcio piazzato del vantaggio), quando Garcia mette in campo Iturbe e Nainggolan e quando gli avversari appagati dal gol arretrano il proprio baricentro.
I dati del primo tempo, che non passerà certo alla storia, sono implacabili: zero tiri nello specchio per entrambe, due fuori dai pali per la Juve. E alla Roma non basta un possesso palla doppio a livello di minuti rispetto agli avversari, il dominio territoriale resta sterile e non produce un pericolo uno verso la porta di Buffon. I giallorossi rischiano invece in un tocco di Manolas che sfiora l'autogol per anticipare Morata e su una discesa di Pereyra che manda al tiro Tevez.
I primi 45 minuti di una gara tatticamente bloccata mostrano una Roma frenetica e arruffona nelle manovre, con un Rudi Garcia fermo come una sfinge, tranne quando si agita per un presunto (ma inesistente) fuorigioco di Tevez non rilevato dal guardalinee; Juve più tranquilla, ben organizzata e ordinata nei disimpegni, con pochi errori anche in fase di impostazione della manovra.
Rinunciare a Pirlo e Pogba contemporaneamente toglie molto alle geometrie bianconere, ma il 4-2-3-1 schierato da Garcia che per la prima volta in 34 gare stagionali bissa l'undici della partita precedente, quello dell'impresa europea a Rotterdam non fa mai male ai rivali. E al ritorno negli spogliatoi diverbio Manolas-De Sanctis che vengono divisi dal preparatore atletico, altro segnale del nervosismo che si respira in casa romanista.
La ripresa inizia con lo stesso canovaccio e con un tiro di Vidal che sfiora il palo. La Roma incassa il gol, subisce per almeno 5 minuti, poi trova almeno l'orgoglio per impattare la partita. Troppo pochi i minuti di brillantezza per poter pensare a un successo che avrebbe fatto morale più che classifica. Un successo che dopo il sesto pareggio di fila (una marcia da squadra che lotta per la salvezza) all'Olimpico manca ormai da più di tre mesi.
Nel pomeriggio visita di cortesia del patron giallorosso Pallotta ad Agnelli nel ritiro bianconero, un incontro per parlare di strategie tra due alleate del Palazzo, ma anche un vertice di un'ora
e mezza tra il presidente della Juve e il numero uno della Figc Tavecchio. All'ordine del giorno solo la riforma dei campionati e il caso Parma, solo un accenno alla querelle tra club torinese e Federcalcio su Calciopoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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