In una sala stampa gremita, all'Allianz Stadium, Massimiliano Allegri ha spiegato i perché del suo addio alla Juventus. L'ormai ex tecnico bianconero, seduto al fianco del Presidente Agnelli ha risposto alle domande dei tanti giornalisti presenti. L'ex allenatore di Milan e Cagliari ha rotto il ghiacco così alla presenza di tutta la squadra al completo: "Però ragazzi così non va bene che mi fate emozionare...ho già dato ieri. Le domande oggi me le fanno i giocatori e i giornalisti giocano a pallone, anche se vedo che qualcuno è sovrappeso".
A prendere parola per primo, però, ci ha pensato per prima Andrea Agnelli: "Io oggi non risponderò a nessuna domanda sull'allenatore della Juventus stagione 2019-2020. Un allenatore ci sarà, come ha già detto Max ieri, state tranquilli. Io oggi sono qui per celebrare Allegri che ha scritto la storia della Juventus, ha vinto cinque scudetti consecutivi ed era dagli anni Trenta che non si vincevano cinque tricolori consecutivi e lui ce l'ha fatta. Ci sono tanti aneddoti divertenti da raccontare con Max che è riuscito a zittire i tanti scettici al suo arrivo. Questa è stata una delle scelte più dolorose da quando sono Presidente della Juventus"
Il numero uno della Juventus ha poi snocciolato i numeri in favore di Allegri: "Lui è il terzo allenatore della storia più presente nella storia della Juventus, primo allenatore per percentule di vittorie, ha portato a casa cinque Scudetti, quattro Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, è il secondo tecnico più longevo, a livello di stagioni consecutive, dopo Trapattoni e potrei andare avanti all'infinito. Per me questi sono stati cinque anni fantastici, siamo stati anche vicini di casa, c'è stata amicizia e tantissime altre cose. Stima, affetto reciproco e oggi posso dire di aver trovato un amico sincero con cui potermi confrontare su tanti argomenti. La prima squadra avrà sempre l'obiettivo di vincere, la dirigenza dovrà migliorarla per competere in Italia e in Europa".
Agnelli ha poi chiuso così: "Io dopo la sconfitta con l'Ajax pensavo comunque di andare avanti con Allegri ma poi ci abbiamo fatto una serie di analisi, tutti, e abbiamo deciso di prendere un'altra decisione. Non è stato facile capire che questo era il momento giusto per chiudere uno dei più straordinari cicli della storia della Juventus, non nascondo che è un momento triste ma ci siamo arrivati insieme e vogliamo fare questo regalo a te per quello che hai dato a tutti". Il Presidente ha poi donato una maglietta con la maglia numero cinque con scritto "Nella storia della Juventus", ricordando i cinque Scudetti consecutivi e ha chiuso così: "Attriti tra Nedved e Allegri: "Aldilà di ogni dietrologia, ripeto, abbiamo capito tutti insieme che era il momento di dirsi addio, dato che si era arrivati alla fine di un ciclo vincente".
Allegri, visibilmente emozionato, ha poi preso parola: "Ringrazio Andrea per le belle parole spese per me. Dico grazie ai ragazzi per quello che hanno fatto. Lascio una squadra vincente che ha le potenzialità per ripetersi in Italia e in Europa. Quest'anno sono successe delle cose che non ci hanno permesso di arrivare fino in fondo ma va bene così. Ognuno ha espresso i propri pensieri per il bene della Juventus, la società ha fatto le sue riflessioni e ha ritenuto opportuno che non fossi più io l'allenatore. Il rapporto con Agnelli, Paratici e Nedved è ottimo e in questi anni siamo cresciuti insieme ed era arrivato il momento giusto per lasciarsi nel migliore dei modi. Lascio una grande squadra sia sul piano tecnico che personale e qui alla Juventus ci sono calciatori e uomini. Lascio una società con un Presidente straordinario, Fabio e Pavel li ho conosciuti cinque anni fa che erano ragazzi e oggi sono diventati dirigenti eccezionali e dico grazie a tutti".
Allegri ha poi chiesto ai tifosi di essere felici e di fare festa domani sera nell'ultima casalinga contro l'Atalanta: "Bisogna festeggiare due cose domani sera: una è lo Scudetto e la seconda l'addio al calcio di Andrea Barzagli. Domani sera deve essere una bella serata e bisogna fare festa perché sono stati cinque anni davvero emozionanti". L'ex allenatore del Milan ha poi precisato: "Ho letto tante cose in questi giorni, che ho chiesto giocatori o altro ancora: non è vero niente. Nelle famose riunioni di cui voi avete scritto si è parlato di altre cose e abbiamo capito che era il momento giusto per lasciare. Il tutto è molto più semplice rispetto a quello che sembra, bisogna essere orgogliosi di questi cinque anni. Sono contento ed emozionato, domani festeggiamo ma la Juventus l'anno prossimo ripartirà alla grande per provare a vincere tutto".
L'ormai ex allenatore della Juventus ha poi parlato del suo essere tifoso bianconero: "Da quando sono qui sì, ma lo ero anche da piccolo quando avevo il poster di Platini. Significa far parte di una famiglia che ha un Dna ben preciso che insegna molto e cresce. Qui impari disciplina e cultura del lavoro, sono stati cinque anni di grande insegnamento in cui sono cresciuto. Via perché non potevo fare il manager? Assolutamente no, in questi cinque anni sono sempre stato coinvolto nelle decisioni della società. Non sono mai stato uno yesman, ma sono sempre stato parte del discorso nelle varie problematiche. Nelle società così grandi l'allenatore deve essere a conoscenza di tutte le problematiche, poi a me le cose nuove interessano sempre e non mi piaceva essere ridotto a dare solo la formazione".
Allegri ha poi chiuso: "Il mio futuro? Io ad oggi non so niente, magari una pausa mi farebbe bene perché ho bisogno di riposare ma dopo il 15 luglio inizia a venirmi voglia di tornare a lavorare
ma questo non dipende solo da me. Valuterò le situazioni che mi saranno proposte se no starò fermo un anno dove mi dedicherò a me stesso, ai miei figli, alla mia compagna, a mio padre, mia sorella ma ora mi godo la festa"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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