Più che una scossa, è stata una scossetta. Più che sufficiente, però, a far crollare le fragili mura della Spal. L'aria del campionato rigenera il Napoli che sotto la pioggia suona la nona sinfonia (intesa come vittorie di fila, mai accaduto nemmeno ai tempi di Maradona) grazie ai suoi titolarissimi. L'infausta serata di Europa League aveva svelato quello che era un segreto di Pulcinella: lo scudetto è l'unico vero obiettivo stagionale della truppa di Sarri. I patti per il titolo all'interno dello spogliatoio si rinnovano tutte le settimane sin al ritiro di Dimaro, tanto che l'addio calcolato al palcoscenico continentale non ha portato drammi né tra i tifosi né nella squadra. E il tecnico dopo la vittoria sui ferraresi ha finalmente ammesso: «Quest'anno è difficile motivare i giocatori per manifestazioni che non siano il campionato ed è per quello che si respira in città, quando incontriamo la gente per strada. I tifosi sono più concentrati sul campionato, si vede anche dal numero di spettatori nelle partite casalinghe qualunque sia l'avversario. Forse abbiamo sbagliato tutto io e i dirigenti, facendo passare qualche messaggio sbagliato».
In realtà il messaggio è molto chiaro: con una rosa corta e per giunta incerottata, meglio concentrarsi su un fronte unico. E visto che il ritmo da tenere è di quelli forsennati (il Napoli è arrivato a quota 66 punti in 25 gare), l'azzardo di Sarri e della squadra - tutto sul campionato - pare convincente. Otto le tappe che dividono gli azzurri e la Juve dallo scontro diretto del 22 aprile che sarà decisivo se le due rivali terranno questo passo spedito e non troveranno ostacoli sulla loro strada. Intanto il Napoli, nella frazione «pianeggiante» di ieri considerando l'avversario abbordabile (una Spal che ha badato a difendersi e non ha mai tirato in porta), ha imitato la truppa di Allegri nel risultato per il nuovo controsorpasso. Con la squadra tipo, c'è l'approccio giusto e «famelico» alla partita, un palo di Insigne al quarto giro di lancette, il gol decisivo di Allan due minuti più tardi con un'azione veloce tutta di prima (per il brasiliano che sogna un posto per il Mondiale in virtù di una stagione finora straordinaria è il quarto), uno giustamente annullato per fuorigioco - svelato dal Var - ad Hamsik, tante occasioni non finalizzate. La storia della gara del San Paolo è la solita già scritta in altre occasioni, tranne che per il risultato ancora una volta non rotondo.
D'altronde il Napoli ha imparato anche a vincere di misura (è accaduto nove volte in questa stagione) e a non prendere gol (13 le gare «clean sheet» ma ieri con una Spal praticamente nulla davanti era difficile subirlo). «Sono soddisfatto della prestazione dal punto di vista tecnico-tattico, meno per l'1-0 che non rispecchia l'andamento della partita - ha sottolineato ancora Sarri - La supremazia era talmente palese che ci ha tolto il senso del pericolo e ci siamo dimenticati di chiuderla. C'è mancato un pizzico di cattiveria, in quella fase siamo diventati leziosi, volevamo entrare in porta col pallone».
Il tridente si prende una domenica di pausa (con Insigne in realtà ancora all'asciutto di gol nel 2018, ma lui e Sarri non se ne crucciano), basta dunque l'acuto di uno degli uomini chiave della stagione, già
ribattezzato Allanmao come il connazionale nella rosa dello scudetto del 1990. Perché in questo momento conta vincere e restare primi: il Napoli lo è stato quest'anno in 23 giornate su 25 e lo è in solitaria da 9 turni consecutivi.
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