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Lacrime in attesa di un mea culpa dal Napoli Gattuso escluso

Lacrime in attesa di un mea culpa dal Napoli Gattuso escluso

Che dire ad un bambino che piange? Non sarà sempre così. Ma se quello vede il Napoli e non vi crede? La proposta comincia a vacillare. Dunque mettiamoci nei panni di Mario, 9 anni, che seduto al San Paolo, per un regalo di onomastico, ha cominciato a disperarsi dicendo: «Mamma, giochiamo meglio noi del Napoli». E giù un pianto ripreso dalle telecamere. In genere è vero che le lacrime sono più facili da versare che da spiegare, ma qui la spiegazione sintetica, cruda, senza appello è arrivata in contemporanea, ha divorato qualunque alibi volesse distrarci dalle colpe dei protagonisti. Di solito se una squadra gioca male, le cause additano l'allenatore ma stavolta anche Mario avrà intuito che solo Gattuso poteva capire il suo pianto. Il vecchio Ringhio oggi potrebbe essere socio di delusione del bambinello. Ed anche un compagno di pianto. Chi se non loro, Gattuso e Mario, si era illuso di veder risorgere la squadra che aveva illuminato di speranza la gente napoletana? Il saggio, e furbo, Ancelotti aveva lanciato segnali: qui non c'è più la squadra, sono stati combinati disastri. Però Ancelotti è anche furbo navigatore e non si è messo ad indicare pubblicamente errori ed omissioni dei colpevoli di tal devastazione. Sarebbe bello se Adl, inteso nel padrone fumantino a giorni alterni, e la banda dei suoi giocatori prendessero la foto di Mario piangente e la piazzassero sullo specchio davanti al quale la mattina si fanno la barba o la appendessero nello spogliatoio, come chiedono i tifosi. Così, per vedere se quelle lacrime saranno solo sale su una ferita o fonte di una presa di coscienza. Non si fanno piangere i bambini, ma nemmeno i grandi. Questo Napoli fa piangere non tanto, e non solo, perché butta occasioni (certo, c'è ancora la Champions) ma per quel senso di autodistruzione che si è insediato nei suoi personaggi: squadra spremuta, senza cattiveria e voglia di obbiettivi, stremata da lotte interne. Hanno buttato via il Napoli, ora va rifatto.

Asciugate le lacrime di un bambino e salvate il soldato Gattuso, alla faccia di chi lo critica: gli occhi che piangono di più sono quelli che vedono meglio.

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