Le lacrime di Bebe Vio al termine dell'incontro finale del torneo di fioretto femminile individuale alle paralimpiadi di Tokyo hanno fatto il giro del mondo. La campionessa veneta ha bissato il successo di Rio de Janeiro confermandosi ancora la donna da battere in questa disciplina. Dopo essersi messa la medaglia d'oro al collo, l'atleta delle Fiamme oro è un fiume in piena e ha voglia di raccontare a tutti la sua gioia e il perché di quell'esplosione così potente. "Rio è stata l'emozione della prima volta. Questa è diversa. Questa volta non dovevo nemmeno essere qui", racconta ai microfoni di Rai Sport la schermitrice.
Parole che sorprendono, alle quali Bebe Vio dà successivamente una spiegazione: "I primi quattro anni della preparazione sono andati benissimo, anche nel periodo del Covid, grazie ai miei allenatori e alle Fiamme oro, perché ho ripreso persino prima delle altre avversarie. L'ultimo anno, invece, è stato parecchio 'sfigato' per via dell'infortunio che ho avuto". La campionessa racconta: "Lo scorso 4 aprile mi sono dovuta operare e sembrava che questa paralimpiade non doveva esserci, abbiamo preparato tutto in due mesi, non so come cavolo abbiano fatto. Non ci credevo di arrivare fin qui, perché ho avuto un'infezione da stafilococco che è andata molto peggio del dovuto e la prima diagnosi era amputazione entro due settimane e morte entro poco".
Invece Bebe Vio ha continuato a lottare e a Tokyo ci è arrivata, salendo sul gradino più alto del podio e continuando a irridere gli inciampi della vita con l'autoironia: "Sono felice, hai capito perché ho pianto così tanto? L'ortopedico ha fatto un miracolo, si chiama anche Accetta tra l'altro... È stato bravissimo, tutto lo staff lo è stato. Questa medaglia assolutamente non è mia, è tutta loro". Una dedica di gratitudine quella di Bebe Vio a chi l'ha aiutata, non solo a tornare a tirare ma a vincere e a continuare a essere la migliore. Lo sa anche la sua avversaria cinese, che davanti a un'immensa Bebe Vio si è dovuta accontentare della medaglia d'argento: "Lei vuole vincere parecchio, io volevo vincere di più. Sul podio mi ha detto: 'Goditela perché la prossima volta ti batto'".
Le paralimpiadi di Tokyo di Bebe Vio non sono finite qua.
Domani la schermitrice veneta tornerò in pedana per il torneo a squadre e cercherà di trascinare le sue compagne a un'altra medaglia: "Quando sai che sei in squadra, è bello sapere che devo vincere anche per gli altri. Migliorare il bronzo di Rio? Lo scopo è quello, vediamo cosa riusciamo a fare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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