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L'anticamorra è troppo seria per Abete & Balotelli

Fiumi di parole e retorica hanno accompagnato la Nazionale nella partita in Campania

L'anticamorra è troppo seria per Abete & Balotelli

Fateli tacere. Balotelli, Abete e tutte le truppe da sbarco (e da sbraco oratorio) del pallone. «La nazionale ha fatto il suo gol contro la camorra», gracchiano i coristi. Già, e quelli sono rimasti senza portiere. Fiumi di parole, oceani di ipocrisia e retorica. Sono le solite sceneggiate del pallone nostrano. Monsignor Prandelli si è preso la parte del fenomeno: andiamo a Scampia e la camorra non sia. Il presidente federale ci ha aggiunto la solita predica retorica. Si è aggiunto Stefano Palazzi magistrato in libera uscita pallonara. Chissà perché, ma davano tutti la sensazione di quell'armiamoci e partite di antica memoria. Stendiamo l'impietoso velo sui politici. Non altrettanto su Balotelli che ha fatto la parte sua anticipando tutti e prendendosi i buffetti. Se qualcuno non l'avesse capito, gli interessati hanno confermato: l'anti camorra è una cosa troppo seria per affidarla ad Abete e Balotelli. La «Gazzetta» aveva confezionato un discreto assist a SuperMario indicandolo come simbolo, ma avrebbero dovuto spiegarglielo. Suvvia, Balo è troppo piccolo, in tutti i sensi, e la camorra drammaticamente troppo grande. Abete sarebbe l'ideale anti camorra. Lui parla, parla, parla, gli altri..

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