Capocannoniere bianconero in campionato, a secco in Europa. Nessuno ne fa un dramma, ma a volte i numeri sono impietosi oltre che bislacchi. E sono loro a raccontare che Carlos Tevez deve - dovrebbe, vorrebbe, potrebbe - interrompere un digiuno europeo che dura da tanto (troppo) tempo. L'incantesimo negativo è lì che resiste dal 7 aprile 2009, quando l'Apache segnò con la maglia del Manchester United nel 2-2 casalingo contro il Porto: da allora, nisba. Tredici partite di Champions a secco, venti tenendo conto anche dell'Europa League: possono bastare, ecco. Perché è chiaro che, se il rendimento di un giocatore del genere non lo si pesa solo con i gol, buttarla dentro non fa mai male e comunque in campionato la mira ha funzionato eccome: sette gol finora, primo bianconero davanti a Vidal. Nelle cinque partite di Champions, invece, 433' e zero reti.
Hanno segnato Vidal (5), Llorente e Quagliarella (2): nessuna traccia di Tevez nel tabellino marcatori. A lui comunque nessuno rimprovera nulla né Conte ha mai pensato di rinunciarvi nell'inferno di Istanbul, dove il Galatasaray non perde contro squadre italiane da nove partite: parzialmente a riposo a Bologna, domani sera l'argentino sarà regolarmente al suo posto al fianco del Re Leone.
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