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L'Armani come la Juve si butta via dopo l'eurofesta

Oscar Eleni

Le grandi sorelle d'Italia, le più scudettate, cadono insieme dopo aver brindato all'Europa pochi giorni fa: Armani e Juventus, le padrone del basket e del calcio, le prime in classifica, beffate sul rasoio dei nanosecondi: Bramos esalta la Reyer per l'87-86 finale al Forum, nascondendone i difetti, gli attaccanti del Genoa beffano l'ex Perin e Allegri appena beatificato.

Strano ma vero che queste gattone del nostro sport lascino la zampina quando non fanno sul serio fino in fondo. La Juve lasciando a riposo Ronaldo, l'Armani sedendosi sulla sdraio dopo essere partita 19-3 in meno di 5', con James, il suo Ronaldo, che sembrava voler prolungare il capolavoro di coppa contro l'Olympiakos. Una Reyer imbalsamata, tutti stavano già facendo piani per correre a San Siro. Non avevano fatto i conti con De Nicolao, il fosforo, Tonut (20 punti) l'energia pulita e, soprattutto, con il canadese Watt (22). Per Venezia, fuori dall'Europa, un giorno speciale pur avendo sbagliato tanto, ma Milano ha fatto peggio appena si è seduto James e la squadra con lui per la rimonta lenta della Reyer: -9 dopo 10', -6 dopo 20', sorpasso nel terzo quarto dell'incubo milanese (14-22). Bastava un Nedovic meno farfallone, un Cianciarini energico, un Micov lucido a ribaltare tutto. La solita Milano, si diceva, parziale 17-6 e Reyer stordita.

Illusione in un finale da incubo risolto dal greco di ferro, lezione che dovrà servire nella settimana di fuoco: mercoledì a Madrid, venerdì in casa con il Panthinaikos per avere i play off di Eurolega, poi domenica in casa di una Cremona che a Varese (83-64) è sembrata rompersi insieme alla caviglia di Diener, come la Torino senza proprietà asfaltata dalla nuova Virtus di Djordjevic.

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