L'Atalanta manda la Roma all'inferno

Passo falso dei giallorossi: dopo l'exploit in Champions sono arrivate soltanto delusioni

L'Atalanta manda la Roma all'inferno

Roma - Nella calza della Befana non c'è solo carbone per Nainggolan, costretto in tribuna da Di Francesco per il suo Capodanno "esagerato" finito sui social, ma anche per la Roma che incassa la terza sconfitta casalinga in campionato ed esce temporaneamente (pur con una gara da recuperare) dalla zona Champions. L'Atalanta, dopo quello di fine anno, fa un doppio brindisi in meno di una settimana, concedendosi il lusso di battere a domicilio il Napoli e i giallorossi.

Difficile dire se la scelta di Di Francesco di lasciar fuori il Ninja (scelta molto dibattuta dai tifosi) sia risultata decisiva. Di sicuro, la corsa e la grinta del belga sono una dote che è mancata per lunghi minuti alla Roma ieri sera, ma non può essere un alibi del gruppo. Come non può esserlo l'assenza di De Rossi, frangiflutti davanti alla difesa, anche se la squadra è apparsa a lungo disorientata di fronte alla generosità e alla tecnica di un'Atalanta che ha cominciato a concedere qualcosa - rischiando però pochissimo - nel momento in cui è rimasta in dieci per il secondo giallo a de Roon (tocco ingenuo sul piede di Kolarov, beccato però dalle telecamere a fare l'occhiolino ai compagni, troppo severa la cacciata dal campo).

La verità è che nella serata in cui Edin Dzeko è tornato al gol dopo oltre un mese (ultimo acuto con la Spal il 1° dicembre scorso), la Roma e il suo tecnico Di Francesco non sono sembrati avere le idee chiare e la giusta lucidità. In un mese, da quella notte di gloria europea in cui i giallorossi si sono presi il primato nel girone di Champions, la luce si è spenta. E i sogni di grandeur sono sfumati di colpo. Una sola vittoria, agguantata all'ultimo assalto e tra le polemiche con il Cagliari, e poi solo delusioni, in particolare nelle sfide con le torinesi in cui la Roma ha detto addio alla coppa Italia e alle residue speranze scudetto. Il cronico vizio di gettare tutto alle ortiche a metà stagione è dietro l'angolo, in tanti sono già pronti ai processi e in questo buco nero in cui si è infilata la squadra di Di Francesco ci si aggrappa a quell'asterisco legato al recupero con la Samp che arriverà dopo la sosta e la gara a Milano con l'Inter di Spalletti (altro test chiave). Serve tornare presto alla vittoria per non vivere il resto della stagione in Italia nel solito limbo.

La Roma ha rimediato due sconfitte nelle ultime tre gare, ovvero quante ne aveva incassate nelle precedenti 17 partite. Segnale di una crisi che se non è fisica (secondo i dati elencati dal tecnico alla vigilia della sfida con l'Atalanta), è di certo mentale ma anche tattica. L'unico gol segnato con gli orobici è frutto di una coriacea azione di Dzeko e pur in undici contro dieci i giallorossi non hanno quasi mai tirato nello specchio della porta atalantina nonostante alla fine ci fossero cinque attaccanti in campo. «La squadra non mi è piaciuta dal punto di vista della personalità, i giocatori più rappresentativi devono essere trainanti. E stiamo facendo qualche passo indietro, abbiamo poca cattiveria sotto porta, la sosta dovrà servirci per recuperare energie soprattutto mentali», così Di Francesco che pare in difficoltà nella gestione del periodo negativo. «Non troviamo la strada giusta», la conferma del ds Monchi.

I bergamaschi a campo aperto hanno dato spettacolo (due gol nei primi venti minuti e tante occasioni create nel primo tempo) e, una volta in inferiorità numerica, hanno retto bene l'urto sugli attacchi più di pancia degli avversari.

«Prestazione fantastica, abbiamo il morale alle stelle, siamo più tranquilli e con le grandi riusciamo a fare anche qualche risultato positivo», ha sottolineato Gasperini, che ha finito la sua gara in tribuna per le vivaci (e forse giustificate) proteste sull'espulsione di De Roon. E che probabilmente gli farà saltare anche la sfida casalinga con il Napoli alla ripresa del torneo.

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