L'Atalanta spacca...Milan. Tonali e campo: doppia verità

L'Atalanta spacca...Milan. Tonali e campo: doppia verità

È clamorosamente diviso a metà il mondo intorno al Milan fatto di social, di chat dedicate ai tifosi e di critici ed esperti, così da rappresentare perfettamente lo storico riferimento al bicchiere mezzo pieno. A rinfocolare l'insoddisfazione della prima metà della mela ha contribuito anche uno dei passaggi dell'intervista di Tonali con riferimento esplicito («abbiamo giocato come se fosse la 39esima partita del passato campionato») al proprio gruppo, interpretato come uno sganassone allo spogliatoio. Se così fosse, l'intento è da promuovere a pieni voti perché viene da un giovanotto che si comporta e parla come un leader pur essendo arrivato da pochi mesi a Milanello. Perciò è operazione calcisticamente utile cogliere dai due fronti critiche e approvazioni non tanto per schierarsi da una parte o dall'altra della barricata, ma per trarre da entrambe le visioni, i suggerimenti più utili.

Il pareggio del Milan a Bergamo, come raccontano i buonisti, non è da buttare via così come è garantito che dopo la svolta tattica di Gasperini (squadra meno votata a mollare gli ormeggi difensivi), al Gewiss stadium non sarà vita semplice per il resto della compagnia fare punti. Piuttosto il tema è il seguente: dopo lo scudetto, è naturale pretendere dai protagonisti del Milan la stessa, identica resa ricevuta nella cavalcata finale del torneo tricolore. Da qui le stroncature per Diaz e Messias che ha sbagliato un gol impossibile. E se il primo troverà presto posto in panchina per lasciare spazio al titolare, CDK, il secondo è stato riscattato per volere di Pioli e area tecnica.

Ragionamento identico per Leao che, bisogna segnalarlo, viene sottoposto (a giudicare dai primi segnali con Udinese e Atalanta) a un trattamento speciale fatto di marcature triplicate e interventi violenti (Hateboer graziato da Maresca). Per chiudere: per ripetersi il Milan deve rifare il 110-115% dello scorso torneo. Ci sono i mezzi tecnici (tradotto: i rinforzi)? La risposta è un semplice ed evidente no.

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