"L'attività agonistica è sconsigliabile"

I controlli non bastano: "Test genetici. Esami sugli elettroliti prima della gara"

"L'attività agonistica è sconsigliabile"

Carlo Pappone, direttore del dipartimento di aritmologia del Policlinico San Donato e professore ordinario di Cardiologia presso l'Università Vita-Salute del San Raffaele. A Eriksen sarà impiantato un defibrillatore sottocutaneo, ci spiega cos'è?

«Intanto precisiamo che il defibrillatore può essere transvenoso o sottocutaneo: quest'ultimo si compone di elettrodi impiantati sottopelle appunto e di una scatolina della dimensione di una da cerini che ha una batteria e una macchinetta che rilevando un battito cardiaco irregolare eroga uno shock salvavita che riporta il ritmo alla normalità. Per impiantarlo basta un breve intervento».

È d'accordo sul suo uso?

«Diciamo che la scelta è stata determinata da quanto accaduto al calciatore danese, a rischio di un nuovo episodio cardiaco. La problematica può essere quello di un duro contrasto fisico in campo».

Possibile che accada un episodio così a un professionista?

«Non è sorprendente che sia accaduto a un atleta come Eriksen passato per 5 federazioni. Infatti per l'idoneità sono sufficienti esami semplici come l'elettrocardiogramma, quando invece servirebbero un esame genetico, una risonanza e magari l'esperienza di specialisti che sono pochissimi in tutto il mondo. Diciamo che conoscere la storia medica della propria famiglia aiuterebbe, perché richiamerebbe ad episodi già avvenuti. E poi nel Dna c'è un orario preciso sulla fine della nostra vita».

In Italia però non è consentita l'attività a un atleta con un impianto simile installato.

«C'è differenza tra vari paesi, in Olanda o in Germania lo è. Ma non è solo un problema di regole all'interno delle federazioni se si tratta di una malattia genetica. Come potrebbe essere in questo caso».

Secondo lei, Eriksen potrà tornare a giocare?

«Se si trattasse di una miocardiopatia ipertrofica, l'attività sportiva agonistica

sarebbe sconsigliabile. Atleti di questo tipo consumano molta energia che può fare perdere elettroliti e potassio, con il rischio di un blocco cardiaco. Forse servirebbe un controllo degli elettroliti subito prima di una gara».

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