Roma C'è una squadra, la Lazio, che deve salvare la stagione, conservare un posto in Europa che detiene da sette anni e mantenere soprattutto la stabilità dei conti societari. Ce n'è un'altra, l'Atalanta, che vuole vivere la sua prima settimana da grande e rendere la sua annata da fantastica a storica con una doppietta impensata agli albori della stagione. Una finale inedita per una Coppa, quella nazionale, che da portaombrelli è diventata un trofeo importante da mettere in bacheca. E che a differenza della serie A - merito forse del format con sfide secche - sta regalando più emozioni e sorprese. D'altronde, è più facile rispetto al passato vedere in campo nella competizione squadre titolari e non zeppe di riserve.
Atalanta e Lazio si sono meritate l'atto finale - lo hanno sottolineato i due tecnici anche davanti al presidente della Repubblica Mattarella che ha ricevuto le delegazioni delle due squadre ma sarà presente stasera all'Olimpico, lasciando la consegna della coppa alla presidente del Senato Casellati - facendo fuori le grandi del nostro campionato (la truppa di Gasperini ha eliminato brutalmente la Juventus che aveva collezionato uno storico poker consecutivo, quella di Inzaghi ha eliminato entrambe contesa le milanesi). Ma se per i biancocelesti la finale di coppa Italia è quasi un'abitudine - cinque negli ultimi 11 anni, l'ottava assoluta -, i nerazzurri la ritrovano dopo 23 anni e sperano di rivincerla dopo 56.
La storia ci sta aspettando, recita un video che circola in rete e che vuole caricare l'ambiente orobico. La squadra è sulle ali dell'entusiasmo di un percorso straordinario: undici risultati utili di fila che le hanno permesso di scalare la classifica e mettersi dietro Milan e Roma. A Bergamo non si parla d'altro: partiranno in 21mila in direzione Olimpico e si teme qualche infliltrazione dei sostenitori tedeschi dell'Eintracht, rischio altissimo considerando la rivalità acerrima con la tifoseria laziale: pronto il piano di sicurezza in un'area già intasata dai fan del tennis e degli Internazionali d'Italia. Negli store della città, poi, file lunghissime per prenotare le magliette nerazzurre della finale, e perfino negozi che chiuderanno oggi e domani per giusta causa, mentre molti locali allestiranno maxi schermi per chi non potrà essere a Roma. La storia attende e l'Atalanta non vuole perdere questo treno che suggellerebbe la crescita di un club che ora vince non più con il vivaio, ma con scelte di giocatori a buon prezzo e di qualità.
Ma stasera è in ballo anche il futuro di due dei tecnici: per Simone Inzaghi la sconfitta accelererebbe un divorzio i cui sentori si hanno sin dall'estate scorsa e da quella telefonata rubata al patron laziale Lotito che inveiva contro di lui; per Giampiero Gasperini potrebbe contare di più arrivare al quarto posto, uno stimolo maggiore per resistere alle sirene - finora silenziate dal presidente atalantino Percassi - che arrivano soprattutto da Milan e Roma.
Insomma, vincerà il gioco moderno di Gasp - che in carriera vanta solo un Viareggio nel 2003 con la Primavera della Juve - o il calcio fantasia di Inzaghino, che può mettere in bacheca il suo secodo trofeo con i biancocelesti? Al campo l'ardua sentenza.
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