Roma Quello scudetto perso nel 2010, alla precedente esperienza sulla panchina della Roma, è evidentemente un nervo ancora scoperto per Claudio Ranieri. Che a distanza di nove anni butta lì - in conferenza stampa - un sibillino «così fu» come risposta alla domanda sul fatto che la Lazio si fosse scansata con l'Inter la sera del 2 maggio su «invito» della Curva Nord biancoceleste («Oh nooo», recitava lo striscione dei laziali).
Il passo falso i giallorossi lo fecero già una settimana prima, perdendo all'Olimpico con la Sampdoria. La vittoria dell'Inter con i «cugini» di Formello confermò il sorpasso poi definitivo. Questione di motivazioni, anche se la Lazio giocò con la squadra titolare e il portiere Muslera «blindò» a lungo la propria porta dagli assalti nerazzurri. «La Lazio si scansò», ha detto ieri fra le righe Ranieri, facendo capire di non aver ancora dimenticato la delusione di quanto accaduto nel 2010. «Si riparla di una situazione simile perché ora c'è l'Atalanta in corsa per la Champions? A me non interessa, a queste cose ci deve pensare la Lega. Io penso a giocare, ad allenare. Sono sempre stato una persona leale», ha concluso il tecnico della Roma.
Inevitabile la bufera nella Capitale, ora che siamo alle tappe conclusive del campionato. Una corsa alla Champions avvelenata dalle polemiche. «Le parole di Ranieri sono gravi e pesanti e nascono dalla confusione tra tifoso e tesserato: il tifoso può fare e pensare quel che crede, un tesserato invece è una persona che ha un ruolo di responsabilità. Le dichiarazioni di un tesserato, soprattutto quando sono così gravi, devo essere suffragate da prove altrimenti sono offensive verso una società. Ora intervenga la Lega di A», così il portavoce della Lazio Diaconale.
Secondo l'agenzia Ansa la Procura della Figc, venuta a conoscenza delle frasi di Ranieri, ha subito chiesto il video della conferenza stampa per un'analisi disciplinare del caso. Un eventuale provvedimento nei confronti dell'allenatore giallorosso sarà presa solo dopo le gare del weekend.
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