Una Lazio più cuore che spettacolo, «da aquila sul petto», come dicono in tanti a Formello il giorno dopo la vittoria sul Bayer Leverkusen. Non sarà la squadra di Pioli ammirata nel corso dell'ultima stagione, ma ora conta solo il risultato positivo. Che cancella la delusione di Shanghai, un precampionato da incubo e regala speranze per la trasferta in Germania, con una Lazio che avrà una settimana di lavoro (e una partita ufficiale) in più nelle gambe.
Negli occhi della serata di gala dell'Olimpico resta un'immagine su tutte, quell'urlo che vale più di mille parole. Quel «vamos» che sovrasta anche le grida dei laziali festanti nel quale c'è al tempo stesso il Keita gioioso per aver regalato al popolo biancoceleste una fetta di qualificazione e arrabbiato per le troppe panchine «ingoiate» nella scorsa stagione. Il gol che risolve una serata complicata e di grande sofferenza non toglie però il mal di pancia del talento di Arbucies. Keita vuole giocare e per farlo, come lui stesso ha ammesso, farebbe anche il terzino. Il suo procuratore Savini è chiaro: «Oggi è un giocatore della Lazio, domani si vedrà». Il sogno della punta classe '95 è di approdare in un top club: secondo indiscrezioni nelle ultime ore il Valencia avrebbe sondato la pista, ma in passato lo stesso Leverkusen, tramite il ds ex romanista Voeller, aveva bussato alla porta di Formello per chiedere informazioni salvo poi battere in ritirata di fronte alla richiesta da 18 milioni di Lotito.
Con Klose costretto probabilmente a un lungo stop (per il tedesco una sospetta lesione muscolare al flessore della coscia sinistra) e Djordjevic ancora ai box, la permanenza dello spagnolo di origini senegalesi sembra una strada obbligata. Anche perché Pioli ritiene il reparto avanzato bisognoso di altri rinforzi che, se arriveranno, non saranno immediati. Ecco che con tutta probabilità Keita scenderà in campo da titolare sia sabato con il Bologna che mercoledì prossimo alla BayArena. E un altro gol lo renderebbe intoccabile.
Se il caso del gioiellino spagnolo resta aperto, si è chiuso invece quello che la «Bild» ha definito «lo scandalo razzismo». Il quotidiano tedesco ha dato ampio risalto all'annuncio dello speaker dell'Olimpico che dopo 14 minuti ha ammonito i tifosi sulla possibile sospensione del match da parte dell'arbitro svedese Eriksson se non fossero terminati i buu razzisti nei confronti dei giocatori di colore del Bayer. Già nella tarda serata di martedì, però, la Lazio aveva reso noto che l'avviso era stato dovuto a «un errore di comunicazione interna». A richiederlo, secondo quanto riportato dalla stessa «Bild», sarebbe stata la Polizia e non la Uefa. Tanto che, a fine partita, il presidente Lotito si è recato presso il presidio della Polizia presente allo stadio per chiedere spiegazioni.
Sempre la «Bild», nella versione online, ha riportato anche il chiarimento fornito dal portavoce dell'Uefa, Mark Muscat: «È stato un errore della Polizia, non c'è stata nessuna invettiva». Ma il grado di attenzione all'Olimpico, dove sono in atto modifiche anche nelle curve con l'innalzamento delle barriere voluto dal prefetto Gabrielli, resterà alto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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