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La Lazio va in vacanza e il Chievo resta tabù

Roma Sarà stato il pensiero della Juventus e della semifinale di Coppa Italia, sarà stato il tabù Chievo (un solo successo – nel 2003 - in 11 partite in casa), ma la Lazio si prende una serata di vacanza che toglie punti importanti nella corsa a un posto Champions. Il secondo ko stagionale all'Olimpico dopo quello con il Genoa del settembre scorso è una caduta che fa male e non solo perché interrompe la serie positiva di 16 partite di fila oltre a quella di sei successi consecutivi in casa, ma soprattutto perché segna una brusca frenata alla rincorsa europea della squadra di Petkovic. Che per una volta finisce sul banco degli imputati per le scelte di formazione.
Il tecnico bosniaco, che aveva ricevuto elogi per la sua duttilità nei cambi di modulo (la sua Lazio ha cambiato pelle con naturalezza ottenendo benefici negli ultimi mesi), va incontro a una sorta di “delitto” annunciato: nella logica della sfida di martedì con i bianconeri, Petkovic ridà fiato nell'undici di partenza ad alcuni titolari, sorprendendo tutti con le sue scelte (Brocchi ad esempio non giocava dal 1' da oltre due mesi e si è visto) privando però la squadra di qualità. Ne consegue una prestazione spenta, opaca, con una Lazio in campo senza idee e grinta.
In più l'assenza di Klose, che ha marcato visita come a Palermo (già un campanello d'allarme in casa Lazio dopo una partita ben controllata ma che aveva rischiato di perdere) si rivela ancora un problema, nascosto nelle ultime due partite dai gol di Floccari, ieri a secco e anche troppo isolato a combattere contro gli alti e rocciosi difensori veneti. «Abbiamo fatto fatica contro una squadra che aveva 8-9 giocatori dietro la palla – così Petkovic -. Non abbiamo avuto fisicità, siamo stati troppo passivi. Ma nel secondo tempo dovevamo sfruttare certe occasioni e abbiamo subìto gol nell'unica vera palla gol del Chievo. Capitano certe giornate e guardiamo a testa alta al futuro. Non sono preoccupato, non si può mettere tutto in dubbio dopo una sconfitta».
Il Chievo, ordinato e ben disposto in campo da Corini, ha avuto buon gioco: solidità in difesa, grande dinamicità dei due davanti (il match winner Paloschi segna il suo 7° gol in 10 partite, Thereau dà profondità alla manovra), lavoro importante dei centrocampisti. Se si eccettuano le fragorose cadute di Torino e Bologna, i clivensi stanno tenendo una marcia impressionante che li ha definitivamente allontanati dalla zona rischio. «Prestazione di grande livello, annusavamo la possibilità di fare l'impresa – così Corini -. Paloschi? Dimostra di essere un attaccante di razza e il gol è il giusto premio per la sua partita».


Alla fine contestazione della curva per il patron Lotito, al quale si chiedono rinforzi sul mercato. Ieri raid del presidente in Germania per il centrocampista classe 1992 Granit Xhaka del Borussia Moenchengladbach, prossimo avversario della Lazio in Europa League, ma forse l'affare si farà a giugno.

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