Tra Lega calcio e Inter volano gli stracci. Il campionato rischia un cortocircuito fatale

L'ultima ipotesi: recuperare le sei gare rinviate nel prossimo weekend col derby d'Italia lunedì 9

Tra Lega calcio e Inter volano gli stracci. Il campionato rischia un cortocircuito fatale

Per il cambio in corsa di Juve-Inter, il calcio italiano si è rivoltato contro Paolo Dal Pino, neo-presidente della Lega di serie A. È stato lui a decidere, d'autorità, senza consultare i club interessati, la sospensione delle 5 partite, destinate qualche ora prima, a giocare in regime di porte chiuse. E a lui Beppe Marotta, ad dell'Inter, ha rivolto l'attacco frontale sabato sera denunciando la deriva irregolare del campionato, tesi sostenuta con eguale o addirittura maggiore violenza polemica da Gattuso e Liverani, allenatori di Napoli e Lecce. Ieri mattina il grande accusato, Dal Pino, ha provato a togliersi dal fastidioso angolo e ha firmato una dichiarazione nella quale ha provato a rilanciare sulle spalle di Marotta la responsabilità del rinvio. «Lunedì scorso con l'ad De Siervo abbiamo proposto a Marotta di far giocare lunedì sera Juve-Inter e lui ha detto no: basta con queste accuse di campionato falsato» la difesa d'ufficio del manager. A stretto giro di agenzia, è arrivata la replica interista firmata sempre dall'ad neroazzurro: «La proposta, aleatoria e informale, era impraticabile e provocatoria per tre motivi: 1) perché era curioso immaginare che la domenica sera ci fosse l'interesse della salute pubblica e il giorno dopo non più; 2) perché si sarebbe disputata senza i tifosi interisti; 3) perché avrebbe comportato lo slittamento delle semifinali di coppa Italia, evento impedito dal contratto Rai». A questo punto la frattura è diventata insanabile e anche il tentativo di ricomporla in una riunione del consiglio di Lega via telefono è naufragata rinviando a mercoledì una riunione straordinaria dell'assemblea delle società. L'Inter è rimasta sulle sue posizioni, la Juve invece ha scelto la linea del silenzio assoluto.

Lo tsunami polemico non si è fermato. Anzi è montato pericolosamente perché nel frattempo sono intervenuti anche altri esponenti. Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, si è schierato al fianco di Marotta: «Eravamo tutti d'accordo sulle porte chiuse, perché hanno cambiato idea senza condividerla con gli interessati? Adesso Inter-Sassuolo vogliamo giocarla col pubblico». Seguita da Cellino, presidente del Brescia, che ha liquidato la vicenda con la minaccia di rivolgersi alla magistratura. Ma il retroscena più inquietante l'ha svelato il presidente del Lecce Sticchi Damiani che ha riferito d'aver ricevuto assicurazione da Dal Pino che «la data del 13 maggio era formale e che i recuperi sarebbero avvenuti entro il 12 aprile». Come a dire: nel comunicato il rinvio al 13 maggio è stato indicato in modo strumentale. Si è fatto vivo anche il portavoce del Napoli per suggerire una soluzione inedita al recupero di Juve-Inter: rinviare al 13 maggio le semifinali di coppa Italia liberando le date di mercoledì e giovedì prossimi, proposta avallata anche da Giovanni Malagò, presidente del Coni. Per ora l'Inter ha risposto picche. E così si è scoperto un altro autogol degli uffici guidati dall'ad De Siervo. Nei giorni scorsi, quando Marotta ha proposto di recuperare Inter-Samp al posto della coppa Italia, la risposta è stata: non si può, la data del 13 maggio è l'ultima utile per ospitare a Roma la finale di quel torneo. Sabato sera si è scoperto che per rinviare Juve-Inter era possibile traslocare al 20 maggio la finale dirottandola a San Siro. Ma sul finire della convulsa giornata di ieri ecco l'ultima idea: recuperare nel prossimo fine settimana le sei partite rinviate di questa giornata, con il derby d'Italia da disputare lunedì 9 marzo quando le restrizioni del Governo sulle trasferte dei tifosi dovrebbero essere finite.

A completare la guerra intestina, la velenosa stoccata di Gasperini lanciata a Lotito, presidente della Lazio che ha detto no (e qui Dal Pino non ha esercitato il suo potere) ad anticipare la partita a venerdì prossimo.

«Se vogliono, giochiamo lunedì e poi partiamo per Valencia» la battuta del tecnico.

A scolpire il caos, il rinvio di Sampdoria-Verona, nel pomeriggio di ieri fissata a porte chiuse per stasera dal governatore Toti, per poi essere rinviata dalla Lega Calcio come le altre gare previste senza pubblico.

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