Leggenda Rudisha: 800 d'oro con il recordIl keniano abbatte il muro mondiale dell'1'41''

L'uomo che insegue le leggende del Kenya ha messo la freccia: David Rudisha, l'alter ego atletico di Usain Bolt, ha ipnotizzato per poco più di un minuto lo stadio olimpico di Londra. Ventitre anni e un record. Corsa solitaria e regale, spettacolo di forza, armoniosità e resistenza. Probabilmente aveva deciso che quella fosse la sua corsa più bella del mondo, da presentare a papà Daniel che, a Città del Messico, vinse l'argento con la 4x400. David ha fatto di più: si è infilato nella leggenda. Corsa tutta di testa a tirare un gruppo che si sgretolava dietro il ritmo infernale imposto dalla straordinaria falcata. Ma tutti si sono tirati il collo, infatti l'elenco di primati personali e nazionali accompagna la classifica. Che poi Nijel Amos del Botswana sia arrivato dietro e il keniano Kitum abbia chiuso il podio, vale solo per i libri dei ricordi.
Rudisha doveva aver tutto chiaro in testa: era la prima olimpiade e voleva lasciare il segno. «Conosco la storia del Kenya degli 800 metri: Paul Ereng il primo oro a Seul», aveva raccontato. Ha cercato il modo di farsi ricordare: 1'40''91, sotto il muro dell' 1'41'', sotto il suo record conquistato a Rieti(1'41''01) a fine agosto 2010. Allora Tangui fece la lepre per 400 metri, e lui prese il volo in una cavalcata fra gli applausi. Qui Rudisha è andato sopra gli applausi facendo spalancare occhi alla meraviglia.

Anche se nella sua testa ha già scritto il record dei record: «Scendere sotto 1'40''». E chissà cosa avrà detto Padre Colm O'Connell, l'uomo che tiene a bada David nella Rif Valley, alla Saint Patrick's school di Item dove Rudisha prepara le sue imprese? Magari sapeva tutto.
RiSi

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