L'Entella gioca in C ma è riammesso in B

E sui ricorsi di Ternana e Pro Vercelli è Tar contro Tar. Parola al governo

Franco Ordine

Aiuto, stanno assassinando la credibilità del sistema calcio in Italia e provocando l'ingorgo di decreti e decisioni di tribunali calcistici e amministrativi. La vittima è il già povero (di suo) campionato di serie B partito (disputata la terza giornata) con 19 unità per effetto di due fallimenti (Bari e Cesena) e una mancata iscrizione (Avellino) e non ancora in grado di garantire a tv, pubblico, calciatori, tecnici e dirigenti format e calendario definitivi. Ieri, al culmine di un'estate scandita da ricorsi e contro-ricorsi, sono arrivati altri due colpi di scena. Il Tar del Lazio, questa volta la sezione guidata dalla presidente Gabriella Panzironi, ha sospeso la sospensiva e non è un gioco di parole - dichiarata sul ricorso presentato da Pro Vercelli e Ternana (entrambe retrocesse, sul campo, in serie C nella passata stagione) in seguito al pronunciamento del collegio di garanzia del Coni smentendo così la sua collega Gabriella De Michele, presidente di un'altra sezione dello stesso tribunale che invece venerdì scorso aveva firmato un provvedimento di segno opposto. Tar contro Tar, insomma. Per completare lo spettacolo poco divertente, Franco Frattini, presidente del collegio di garanzia del Coni, che si era inopportunamente - espresso a favore del reintegro della formula di serie B a 22 squadre, ha fissato una riunione per il 28 settembre, due giorni dopo la data fissata dal Tar in agenda il 26. Un corto circuito vero e proprio, complicato dall'ultima sentenza del Collegio del Coni che ha riammesso l'Entella in B. Peccato che quest'ultima abbia già giocato nel torneo di C.

Intanto a margine è ripreso il dibattito con lo scambio di accuse. Balata, presidente di B, se l'è presa con Frattini; Giorgetti, sottosegretario con la delega allo sport, ha sparato a palle incatenate contro i dirigenti del movimento. La verità, in pillole, è la seguente: la dieta dimagrante della B (da 22 a 19 club) era indispensabile per impedire altri fallimenti ma è stata preparata in modo dilettantistico. Il commissario della Federcalcio Fabbricini prima l'ha pubblicamente avversata («dovranno passare sul mio cadavere»), poi l'ha sottoscritta dopo aver pubblicato la lista delle società aventi diritto al ripescaggio. Così chi aveva cullato sogni di riammissione ha preso la strada del tribunale.

Adesso c'è una sola via d'uscita: il governo deve intervenire con un decreto legge per mettere

fine anche al duello rusticano tra Tar. Nel 2004, in una situazione del genere, il governo guidato da Silvio Berlusconi si comportò così e nel giro di pochi giorni, fu sanata la controversia. Servono poche parole e fatti concreti.

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