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L'estate nera delle grandi: senza affari, soldi e idee

Conte teme una Juve sazia, vuol vendere e non ci riesce. Il mercato Milan è gracile. L'Inter deve aspettare un altro mese per i nuovi vertici. E il Napoli "soffre" di euforia

L'estate nera delle grandi: senza affari, soldi e idee

L'Italia non è la terra del gruviera. Ma fa di tutto per esserlo. Le nostre squadre di calcio lo confermano. In questa affannata estate volano i gol, soprattutto quelli altrui (stanotte c'è stato Juve-Inter, almeno bello e brutto sono stati cosa nostra), mancano 18 giorni all'inizio del campionato, un po' meno alle partite internazionali che contano e tutti a rammendare e ricucire. Il mercato non esalta più, mancano soldi, idee e forse buoni giocatori a prezzi umani: non è il caso di Juve e Napoli, lo è per Inter e Milan. A ciascuno il suo (problema). Vediamo caso per caso.

JUVE E L'APPAGAMENTO. Buffon e Conte lo hanno ripetuto come in un ritornello per bambini smemorati. Non è stato casuale. Ma se la Juve può essere appagata in Italia, di certo ha fame in Europa. E qui sta il vero problema. Basterà questa squadra per andare a caccia nel vecchio continente? Il primo intoppo è stato quasi uno sberleffo alla campagna acquisti: compri due attaccanti di peso e fatichi a segnar gol. Oggi la Juve ha nella rosa un battaglione d'attacco da far invidia a ogni squadra (italiana, non allarghiamoci): Tevez, Llorente, Vucinic, Matri, Quagliarella. Già, c'è anche Giovinco. Ma non sempre la quantità aiuta la qualità. Al massimo sciupa l'idea dell'appagamento: se uno vuole il posto in squadra, deve battersi in ogni allenamento. E allora? La Juve deve svecchiare anche nella formazione titolare: più Pogba e un Pirlo più centellinato, centrocampo meno prevedibile e più rapido, difesa riequilibrata con Ogbonna che sarà il meno appagato di tutti. In fondo Tevez e Llorente hanno già un passato. Conte vuole Zuniga, Ibarbo, Drexler insomma qualcuno che fili in fascia. Bastasse ....

MILAN E IL MERCATO. Nonostante il tanto fumo e poco arrosto, il futuro del Milan è ancora legato a qualche colpo in entrata. Non che Honda sia un fenomeno o Ljajic l'uomo che cambia la faccia di una squadra. Ma entrambi voglion dire qualità. Allegri avrebbe dovuto risolvere il problema inventandosi un trequartista, ma Boateng sarebbe più utile alla causa portando i danari della cessione, Saponara ne ha da correre, Robinho è «inho» in tutto. E siccome guaio chiama guaio, la difesa ha bisogno di sostegni e il turno decisivo per l'ammissione in Champions sarà fa due settimane (stanotte alle 00.30 la sgambata con il Los Angeles Galaxy, diretta Premium Calcio). Venerdì, a Nyon, sorteggio dell'avversaria, ma c'è rischio di avere un Milan troppo fragile, tradito da un mercato troppo gracile. Nascondersi dietro Balotelli è un atto di viltà. C'era solo una squadra che poteva nascondersi dietro un uomo ed era il Napoli, docente Maradona.

INTER E LA SOCIETÀ. Ci vorrà ancora un mesetto perché Thohir metta le mani sui comandi dell'Inter, molto di più perché metta mano al portafoglio. Intanto Moratti ha acquisito una convinzione: non mettersi più in mezzo e accettare che siano gli altri a comandare. Semmai si dedicherà alla parte sportiva. La mancanza di quattrini, che blocca la società sul mercato, lo ha spinto a prender atto: o spreme il suo patrimonio personale o spinge l'acceleratore per l'ingresso del nuovo partner. Ha scelto la seconda strada che, però, non porterà vantaggi immediati per giocarsela sul mercato. Branca e Ausilio stanno usando pressing e difesa, puntano a sfibrare gli avversari per ottenere solo dei prestiti. L'Inter non può proporre offerte in danaro e non riesce a vendere qualche giocatore che faccia cassa. Per Ranocchia ha ricevuto appena un'offerta dal Napoli che non pareggiava i 13-15 milioni richiesti. Invece Kovacic ha ricevuto una offerta da ingolosire: lo Shaktar pronto a sfiorare i 30 milioni. Ma mollarlo sarebbe stata una resa umiliante. Troppo, anche in un momento economicamente difficile. Povero Mazzarri, è fuggito da De Laurentiis perché aveva il braccino e non gli comprava i giocatori desiderati. E qui si è tuffato fra le braccia di Moratti credendo in altra vita. Per ora è peggio. Quindi ripiegare su Taider (Bologna), Wallace (esterno brasiliano) e chi altro venga ceduto in prestito. Entro una settimana qualche novità.

NAPOLI E L'EUFORIA. Benitez è un uomo di vita e non si è spaventato. Higuain un goleador ma non sa cosa l'aspetta. Ricevuto a Napoli neppur fosse un Maradona, ora dovrà ripagare. Rischia i capelli bianchi. Napoli è un bellissimo fuoco d'artificio naturale, il Napoli non è il babà ma vorrebbe esserlo. Se non vince l'euforia, può vincere il Napoli. Qui sta il problema. Poi servirà un play maker per il centrocampo, un'alternativa di ruolo a Higuain, un miglior puntello per la difesa. Napoli accompagnerà la squadra con il solito grande cuore, De Laurentiis imperverserà come un fuoco che arde e non smette mai, Benitez dovrà ricorrere alla sua bravura.

Tutti insieme potrebbero fare gol, ma con un pizzico di euforia in meno e un pizzico di freddezza in più anche vincere qualcosa.

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